Cuneo – I rischi temuti da mesi per la peste suina africana e concretizzati nei giorni scorsi sul territorio piemontese rendono più forti gli allarmi delle organizzazioni professionali agricole, in questo ambito della sanità animale, per un comparto produttivo che vede la Granda ai primi posti nazionali (con circa 800 aziende e 900.000 capi allevati) e che già fa da mesi i conti con crisi di mercato e di filiera.
Per questi allevamenti ora la “psa” (che non può essere trasmessa all’uomo, rassicurano studiosi e operatori del settore) rappresenta un incubo ancora più concreto e devastante: la scoperta delle prime carcasse di cinghiali infetti, nei giorni scorsi nell’alessandrino, ha fatto scattare zone di salvaguardia per 78 Comuni piemontesi, ma soprattutto può scatenare effetti negativi per tutta la filiera in area subalpina.
Nel pomeriggio di oggi (venerdì 14 gennaio) si riunisce in Regione il tavolo di emergenza per discutere la situazione sotto il profilo sanitario e per le ricadute economico-produttive. In questi giorni Confagricoltura ha già riferito espressamente di speculazioni sulle quotazioni degli animali e sospensioni (anche non giustificate, perché al di fuori dell’area considerata a rischio) di ritiri di capi in diverse zone del Piemonte da parte delle aziende di trasformazione.
Una situazione in cui è messa gravemente a rischio la tenuta del sistema allevatoriale suinicolo, secondo i rappresentanti del comparto primario: “È importante la tempestiva adozione del provvedimento che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito alle esportazioni”, è la richiesta che giunge da Coldiretti Piemonte. Insieme a quella di un impegno più forte contro la proliferazione dei cinghiali, con i loro pesanti danni alle coltivazioni e i rischi per la circolazione stradale, oltre al colpo pesante inferto alla suinicoltura con la “psa”: “Siamo costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento, come abbiamo ripetutamente denunciato, di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne”.