Cuneo – Le quattro carceri della provincia di Cuneo che ospitano oltre 800 detenuti hanno tutte “croniche esigenze e criticità strutturali” che devono essere risolte. Tra i problemi più urgenti ci sono gli interventi strutturali per rendere il carcere, oltre che umano e dignitoso, anche utile e efficace, in una fase in cui si prevedono consistenti investimenti di denaro. “Questo soprattutto alla luce dell’emergenza sanitaria e del piano straordinario di interventi che il ministero intende finanziarie con risorse proprie e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, rilanciando proposte operative e segnalando priorità di intervento”. Questo riporta il sesto “Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi”, con un focus particolare sulla realtà penitenziaria della Granda che è stato presentato nei giorni scorsi in provincia dai Garanti di Alba (Alessandro Prandi), Cuneo (Alberto Valmaggia) e Saluzzo (Paolo Allemano) oltre al garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, Bruno Mellano. Il dossier è stato inviato alla ministra di Giustizia Marta Cartabia.
A Cuneo esiste una Casa circondariale (278 posti) e un reparto di massima sicurezza 41 bis. Ad Alba la casa di reclusione “Montalto” ha una capienza di 33 persone, ne ospita oggi 40. La struttura di Fossano a “custodia attenuata” è dedicata ai detenuti a fine pena e oggi conta 93 presenze per una capienza regolamentare di 133. Saluzzo dispone di un carcere di “alta sicurezza” con 395 presenze, ma con una capienza che può arrivare alle 485 unità. I relatori hanno descritto le carenze strutturali e logistiche degli spazi che, se riqualificati, potrebbero diventare risorse per altri utilizzi e attività.