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Lunedì 18 novembre 2024

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Accusati della ricettazione di un’auto: assolti

Concluso in tribunale il processo: la vettura finita in un deposito di rottami a Dronero non era stata rubata

La Guida - Accusati della ricettazione di un’auto: assolti

Dronero – Erano stati accusati della ricettazione di un’auto che molti anni prima era stata portata nel terreno dove gestivano un deposito di rottami, ma quell’auto in realtà non era stata rubata e a dichiararlo davanti al giudice è stato il proprietario in persona. A rispondere del reato di ricettazione si sono nel frattempo ritrovati G.A e G.C, accusati nel luglio del 2020 di aver consapevolmente detenuto quell’auto frutto di reato, allo scopo di trarne qualche vantaggio. In realtà a disfarsi di quell’auto era stato il proprietario in persona, il signor P., che quella macchina  d’epoca, una Fiat Barchetta non funzionante, l’aveva scambiata con un amico come pagamento per un lavoro svolto, “anche lui era appassionato di auto d’epoca – ha dichiarato in aula il signor P. – e mi disse che l’avrebbe rimessa a posto. Soltanto che questo scambio lo abbiamo fatto senza perfezionare  il passaggio di proprietà”. In quegli anni le auto d’epoca erano esentate dal pagamento del bollo, ma quando anni dopo questo venne reintrodotto, il signor P. che risultava ancora il proprietario del mezzo, si trovò a dover pagare delle somme piuttosto alte e così si rivolse all’amico chiedendogli di formalizzare il passaggio di proprietà oppure di portare l’auto in discarica. L’amico però non aveva più l’auto che nel frattempo era finita nel deposito di G.A. e G.C. Nel tentativo di disfarsi della proprietà dell’auto al signor P. venne consigliato di sporgere denuncia di furto e così i due custodi della macchina vennero accusati di ricettazione. Nonostante la spiegazione fornita dal proprietario dell’auto, l’accusa ha chiesto la condanna a 4 mesi di reclusione per i due imputati, in considerazione del fatto che in ogni caso erano avrebbero potuto trarre vantaggio da quel bene. Un’accusa respinta dai difensori dei due imputati che hanno sottolineato il fatto che l’auto era all’interno di un capannone circondata da altri rottami e da vegetazione incolta fuori dalla struttura, e che non c’era prova che i due sapessero della provenienza della vettura. Il giudice ha accolto la richiesta della difesa assolvendo gli imputati per insussistenza del fatto.

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