Peveragno – “L’incedere del tempo ci priva della preziosa testimonianza diretta dei testimoni di quel tragico evento, di chi ha respirato l’odore del fumo delle case che bruciavano, di chi ha visto il terrore tra le strade del paese”.
Così ha esordito il sindaco Paolo Renaudi nel suo intervento durante la cerimonia commemorativa dell’Eccidio dei XXX Martiri, avvenuto il 10 gennaio 1944 per mano dei nazi–fascisti. Tra i presenti anche il senatore Marco Perosino, l’onorevole Flavio Gastaldi, il vicepresidente del Consiglio Regionale Franco Graglia e il consigliere regionale Matteo Gagliasso.
“La mancanza della testimonianza diretta – ha continuato il primo cittadino – affida a noi il compito di tramandare il racconto di quanto accaduto e di ammonire circa il significato della lapide su cui sono riportati i nomi dei peveragnesi rimasti vittime dell’eccidio, di cosa significhi aver vissuto la guerra. Un compito che impone attenzione, affinché questa non si trasformi in una cerimonia priva di contenuto, ma che ci aiuti a non cadere nello stesso errore”.
L’evento, aperto dalla lettura dei nomi dei caduti da parte dell’assessore Vilma Ghigo, è proseguito con la deposizione delle corone davanti alla lapide commemorativa e la celebrazione della messa nella parrocchiale di Santa Maria.