Tra i problemi denunciati da Toselli quello dell’approvvigionamento di cibo e materiale vario comprato per le festività in arrivo e che ora rischia di non essere utilizzato, oltre al fatto che molti locali non riusciranno nuovamente a sostenere le elevate spese fisse di gestione per via della prolungata chiusura: “La nostra è una duplice beffa perché con cibo e bevande già acquistati ci ritroviamo, avendo la licenza di pubblico spettacolo, a non poter nemmeno aprire per organizzare almeno il cenone: per farlo, infatti, è necessario avere dal proprio Comune una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) immediata come accaduto nell’ultima primavera. Ma quale Comune in questo periodo è in grado di fornirla? Questo decreto, tra l’altro, non lo permette”.
Solidale alle lamentele della Silb è l’Associazione albergatori ed esercenti turistici della provincia di Cuneo: “L’associazione è ben cosciente di quanto sta succedendo a seguito di questa nuova ondata di contagi – dice il presidente Giorgio Chiesa -. Pur consapevoli che con il rispetto delle nuove normative si potranno evitare danni peggiori, siamo solidali con i colleghi della Silb per i tempi e i modi con cui si è dato il via libera al Decreto, a mio avviso inaccettabili. La nostra associazione, insieme a tutta la Confcommercio, sta lavorando su più tavoli e a tutti i livelli affinchè, laddove possibile, le attività chiuse improvvisamente siano ristorate adeguatamente. Il mio, infine, vuole essere anche un invito perchè tutti si vaccinino il più in fretta possibile”.
Parole che fa proprie anche il presidente provinciale di Confcommercio, Luca Chiapella: “Ben consapevole che il momento è molto complicato perché la curva dei contagi sta crescendo, con prospettive purtroppo non belle, in queste ore nutro un sentimento di amarezza misto a vicinanza per la situazione che sono costrette a vivere molte nostre attività del pubblico spettacolo, ancora una volta penalizzate per i tempi e le modalità con cui si è deciso di vietare il ballo da sala: si considera o meno che quando si chiude un locale da ballo dietro ci sono famiglie che vivono di questo lavoro?”.