Walter Accigliaro è nato ad Alba nel 1950 dove tuttora risiede e ha il suo studio. È pittore da sempre, dapprima nella pittura d’impegno sociale, dal 1971 nell’astrattismo lirico, quindi nel neoinformale “caldo” e “freddo”, poi dal 2000 nell’emblematica ricerca aniconica.
Ha studiato al Liceo Artistico Statale di Torino e in seguito all’Accademia Albertina delle Belle Arti. Dal 1980 al 2007 è stato docente di Discipline Pittoriche all’Istituto Statale d’Arte di Asti. Dal 1974 ha allestito e ha partecipato a numerose mostre personali, individuali e collettive in Italia e all’estero, tra cui la partecipazione alla 54ª Biennale di Venezia, alla 5ª Biennale d’Arte di Montecarlo, alla prima Biennale d’Arte internazionale di Palermo e alla prima edizione delle Settimane Italiane. Da molto tempo è coinvolto in iniziative di mail-art.
Accigliaro è un pittore aniconico che in ogni suo lavoro stabilisce un atto d’intenzione concettuale, fondato su “un mutuo gioco tra visione e pensiero” (Arnheim), accostando incontri simbolici di precise geometrie stereometriche con immagini spontanee di accumuli sfuggenti e caotici del proprio vissuto, tradotto in materialità pittorica informe, che si disgrega in textures filamentose in procinto di dissolversi.
“Frammento è la parola chiave per accostarsi alla più recente arte pittorica di Walter Accigliaro. – scrive Luca Beatrice – Egli si impossessa del concetto logico del termine per farne cardine portante del suo pensiero estetico. Eppure Accigliaro attraversa da spettatore (cioè critico, storico e studioso dell’arte) e da attore (cioè artista colto e consapevole nell’uso della materia) le fasi più importanti della pittura del nostro tempo”.
“Walter Accigliaro – dice Silvia Bottaro – legato alla sua tavolozza sempre coinvolgente e silente, comunica fiducia all’atto di quell’homo faber che proprio per ciò è predisposto alla “metamorfosi” della sua azione, abbinata anche intimamente al conoscere, all’indagare, allo sperimentare. Tutto questo sembra giungere ad una specie di “ritmo”, sia fisico sia mentale, scandito dallo studio attento, avveduto dei colori e delle loro varie gamme (i verdi teneri e vigorosi, i grigi intimi e laconici, l’argento prezioso) che sottende una particolare dimensione interiore e psicologica nell’emblematica tranquillità e pace dell’insieme”.
“La pittura, per Accigliaro, – aggiunge Francesco Poli – è dunque anche e soprattutto una fonte di energia estetica che trae forza non dalla rappresentazione figurativa della realtà, ma dall’invenzione di nuovi paesaggi precisi, ma indeterminati. Dall’inizio degli anni Settanta la sua pittura ha preso una strada aniconica, strutturandosi in un linguaggio dove entrano in gioco tensioni espressive informali, ma anche elementi compositivi liberamente geometrizzanti che creano conflitti di forze in opposizione o equilibri dinamici di forte organicità”.
“Nelle tecniche miste – sottolinea Iavana Mulatero – di Walter Accigliaro si evidenziano un moto interno, un grumo di filamenti e di slavate torsure che cercano rizomaticamente un varco (rimembrando i dolci ricordi delle letture dei filosofi apostoli del postmoderno, Gilles Deleuze e Félix Guattari). Un magma indistinto di grigio, colore che ricorre notevolmente nella ricerca dell’artista, a volte in varianti argentee, in ogni caso dalla forte valenza simbolica e destrutturante. Il grigio ha tutti i caratteri di un vero colore, ma non lo è compiutamente”.
Accigliaro è anche un attento studioso del patrimonio artistico e storico dell’albese e della Langa al quale ha dedicato numerose ampie monografie.
Alcune opere di Walter Accigliaro sono oggi fino al 15 marzo al complesso museale Cavalier Giuseppe Avena di Chiusa Pesio nella mostra “Dialogo” insieme a opere di Anna Valla, Silvio Rosso, Cristina Saimandi, e del recentemente scomparso Corrado Ambrogio. Opere di contemporaneità tra le ceramiche storiche del museo. La mostra è visitabile alla domenica dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18.