Paesana – La sera del 16 ottobre 2018, su una curva della provinciale che collega Paesana a Sanfront, sarebbe stata la Golf condotta da A. A. a invadere la corsia opposta su cui proveniva un fuoristrada con tre amici, tra cui il 17enne Fabio Perlo, che perse la vita a seguito delle gravi ferite riportate. A stabilirlo è stato il perito nominato dal tribunale, chiamato a chiarire la dinamica dell’incidente dopo che le perizie dell’accusa e della difesa erano giunte a conclusioni opposte. Quella sera mentre i ragazzi a bordo del fuoristrada percorrevano la strada verso Sanfront, A. A., che aveva trascorso tre ore in un bar dove aveva bevuto tre bicchieri di vino, si era messo al volante in direzione di Paesana. Secondo il perito del pubblico ministero, fu l’auto di A. A., attuale imputato della morte del giovane a seguito di incidente stradale con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza, ad aver invaso la corsia opposta costringendo il fuoristrada a una manovra di emergenza con sterzata a sinistra. Risulta infatti che l’impatto avvenne proprio all’altezza del lato anteriore destro della Golf e del lato destro del Suzuki, dove era seduta la vittima. La ricostruzione è stata confermata dal perito nominato dal giudice, mentre secondo la difesa entrambe le auto avrebbero invaso la corsia opposta ma sarebbe impossibile stabilire chi lo abbia fatto per primo. La difesa aveva anche contestato l’accusa di guida in stato di ebbrezza, poiché stando alla relazione del proprio perito, non sarebbe stato eseguito un esame di secondo livello sulla concentrazione di alcool nel sangue dell’imputato, essendo presente agli atti solo l’esame svolto in ospedale quattro ore dopo l’incidente. In effetti però quel dato era stato rilevato con un secondo esame dal quale era emerso che A. A. viaggiasse con un tasso alcolemico pari a 1,61 g/l . Avendo inizialmente contestato un tasso di alcol di 1,91 g/l, e avendo contestato anche la guida con patente scaduta che invece era risultata rinnovata proprio poco tempo prima dell’incidente, il pubblico ministero ha riformulato il capo d’imputazione a carico di A. A., consentendo alla difesa di poter modificare la propria strategia processuale scegliendo di accedere a riti alternativi. Il processo è stato quindi rinviato all’11 marzo per la discussione e la sentenza.