Busca – Era il 6 maggio 2020 ed era il primo giorno di “libera uscita” per gli appassionati di bicicletta dopo il lungo periodi di quarantena da Covid. Tra i tanti in giro per strade e sentieri della provincia, c’era anche il signor F. che stava salendo all’Eremo di Busca. Dietro di lui sulla stretta stradina c’era un’auto che aveva suonato per farsi lasciare strada. Mentre sorpassava, scendevano dall’Eremo altri due ciclisti e, forse per le dimensioni della stradina, ci fu un contatto con il ciclista che saliva. “Vidi che per non cadere si era come aggrappato allo specchietto retrovisore – ha riferito in aula uno dei due ciclisti che scendevano lungo la strada -, poi l’auto si è fermata e i due si sono messi a discutere”. Quando arrivarono gli agenti di Polizia locale il signor F. non volle ricorrere alla cure dei sanitari e si recò dal proprio medico cinque giorni dopo per dolori alle costole ed ematomi sul dorso; diversamente da quanto riferito dall’altro ciclista, nell’urto con l’auto il signor F. ha dichiarato di essere caduto a terra e la bicicletta aveva riportato un danno per più di 6.000 euro. Accusato di lesioni e omissione di soccorso, è stato rinviato a giudizio il conducente dell’auto. Dalle testimonianze rese in aula però è emerso che l’uomo non si era affatto allontanato dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso e quindi riguardo a questa accusa l’uomo è stato assolto, mentre per le ferite causate è stato condannato al pagamento di 300 euro di multa e 1.000 euro di risarcimento alla parte civile (immagine generica).