Cuneo – Una dimostrazione di affetto, amicizia e riconoscenza di Cuneo, ma non solo, è stata quella di oggi pomeriggio ai funerali di monsignor Aldo Giordano nella Cattedrale di Cuneo. Tanta gente ha affollato il Duomo, l’entrata di via Roma e il mercato coperto di piazza Seminario dove era stato allestito un maxischermo per la diretta delle esequie del vescovo Aldo, o come ha più volte ricordato nell’omelia il segreatrio di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, semplicemente don Aldo. Accanto a monsignor Parolin, altri dodici vescovi tra cui i due cuneesi e amici, monsignor Celestino Migliore, nunzio apostolico a Parigi, e monsignor Giorgio Lingua, nunzio apostolico in Croazia, e poi monsignor Cesare Nosiglia, vescovo di Torino, il cardinal Angelo Bagnasco e decine di sacerdoti, tra cui Manuel Barrios Prieto segretario generale della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea, in rappresentanza di quell’Europa che tanto monsignor Aldo amava e per cui tanto ha lavorato.
Il vescovo di Cuneo e Fosssano, monsignor Piero Delbosco ha tracciato in apertura la biografia di monsignor Aldo e ha letto la lettera inviata dai vescovi e dai presbiteri venezuelani di partecipazione e di vicinanza: “In Venezuela lo ricordiamo, noi sacerdoti e vesvovi, ma anche tanta gente del popolo, per la scia di semplicità che ha lasciato nei suoi otto anni di lavoro… Era tessitore di dialogo per la pace e la giustizia tra le persone, per favorire la collaborazione e la comprensione tra le persone per il bene di tutto il popolo… e sempre con il suo sorriso premuroso e costante, e con la vicinanza davvero a tutti, ad ogni persona… Anima onesta e trasparente”.
Il cardinale Parolin nell’omelia ha prima espresso il cordoglio alla famiglia e alla Chiesa locale e poi ha voluto sottolineare come “le vie del Signore sono davvero misteriose – ha detto Parolin -. Proprio in questi giorni, di otto anni fa, in questa stessa città monsignor Aldo riceveva l’ordinazione episcopale. Eravamo qui in tanti pieni di gioia, in festa. Oggi siamo qui di nuovo ma con ben altri sentimenti, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore gonfio di tristezza. La sua morte ci ha profondamente colpiti e addolorati”.
“Mi sono domandato e domando a voi – ha continuato il segretario di Stato Vaticano -: è proprio vero che in questo momento di acerbo dolore e forse di tante domande che salgono dal profondo del cuore, non possiamo essere nella pace? Direi di più: non possiamo essere nella gioia?… Non possiamo non provare gioia di fonte alla vita di don Aldo… Una vita davvero buona la sua. Un uomo mite, saggio, equilibrato, accogliente, dal cuore grande e dalla grande intelligenza. Sereno in ogni circostanza, anche di fronte alle situazioni più complesse e tormentate come hanno ricordato i vescovi venezuelani… Un uomo che aveva il culto dell’amicizia che sapeva creare legami con tutti, senza chiusure e senza distinzioni. Quante persone ho incontrato che si onoravano di averlo come amico. Uomo del dialogo, titolava l’Osservatore romano. E monsignor Celestino Migliore, suo fraterno amico fino dai tempi del Seminario minore, l’ha definito: filosofo per formazione, dialogico per carattere, montanaro per passione. Mettendone altresì il senso pratico: i piedi ben piantati per terra, e l’approccio giocoso, nel senso di non serioso, della vita”:
E ha poi concluso: “Non possiamo non essere nella gioia se pensiamo ai tanti doni di natura e di grazia di cui il Signore ha arricchito l’esistenza di don Aldo. E se pensiamo che egli ha saputo farli fruttificare al servizio del Regno di Dio, per essi ringraziamo di cuore il Signore”.
Al termine della celebrazione monsignor Aldo Giordano è stato sepolto al cimitero della sua San Benigno nella tomba dei sacerdoti della frazione.