Mondovì – Era stato accusato di essere alla guida dell’auto che uscì di strada provocando la morte di un suo amico, per questo motivo K. I., 26enne proveniente dal Gambia, era stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. L’incidente si era verificato nel giugno 2019 sulla provinciale 564, a Mondovì su un tratto di strada rettilineo. “L’auto che viaggiava davanti a me a un certo punto ha iniziato a sbandare vistosamente – ha raccontato in aula un testimone oculare dell’incidente – ed era strano perché quel tratto di strada era rettilineo. Poi sono finiti fuori strada contro il cancello di una casa. Quando sono sceso stavo già chiamando il 118 e anche i due ragazzi che erano sull’auto erano scesi e stavano portando fuori dal veicolo una terza persona”. Il terzo uomo (D. T., anch’esso proveniente dal Gambia) viaggiava sul sedile posteriore dell’auto e nell’urto del veicolo è deceduto. Oltre all’imputato sull’auto viaggiava il fratello della vittima, D. Y., proprietario dell’auto. Difficile la ricostruzione non tanto della dinamica, descritta da più di un testimone, quanto dell’individuazione del conducente del veicolo. Nessuno dei testi aveva infatti capito chi fosse alla guida e lo stesso K. I., che in un primo momento aveva dichiarato agli agenti della della Polizia stradale che stava guidando lui, aveva successivamente ritrattato. “Quel giorno D. Y. mi aveva chiesto di accompagnarlo in Questura – ha dichiarato in aula l’imputato -. Andai con la mia auto fino a casa loro e poi da lì abbiamo preso l’auto di D. Y. che si era messo al volante. Quando abbiamo sbandato lui stava cercando di prendere dei documenti dall’auto”. Al termine dell’istruttoria il pubblico ministero Davide Fontana ha chiesto il proscioglimento dell’imputato per non aver commesso il fatto, non essendo emersa con certezza dalle testimonianze raccolte, la prova della sua responsabilità . Una richiesta a cui si è associato l’avvocato dell’uomo Elisa Rolfi, la quale ha anche sottolineato le molte concordanze tra la versione dell’imputato e quelle di alcuni testimoni. La richiesta è stata accolta dal giudice che ha assolto l’uomo per non aver commesso il fatto (immagine di repertorio).