Sonetto, composizione poetica di quattordici versi organizzati in due quartine e due terzine. Quando però la mera definizione tecnica viene sfiorata dalla lingua piemontese si carica di ricordi affettuosi, di emozioni improvvise. Lo confessa Vittorio Gullino alorché sostiene che il sonetto è “la forma metrica più adatta, sia per l’autore sia per il lettore, per esprimere e ricevere la scintilla di un’idea”.
Per la verità questa e quelle che verranno sono tutte citazioni tradotte, e non ce ne voglia l’autore. Gullino scrive infatti tutto in piemontese.
Per chi si lascia avvolgere dalle sue sonorità, è facile capire quanto la parola “scintilla” non riesca a tradurre pienamente tutto il retroterra emotivo che c’è dietro l’originale “splanga”. Bisogna lasciarsi condurre dalle inflessioni linguistiche per gustare questi “discorsi rapidi, senza perdere tempo”.
Inutile cercare un qualche organico disegno dietro questa raccolta poetica. “Spigolature” è il termine che traduce visivamente questo volontario disordine. Le restrizioni della pandemia, spiega l’autore, l’hanno portato a riprendere in mano poesie già scritte, a metterle insieme come fossero grani raccolti dopo la mietitura oppure, poeticamente, come le farfalle del primo sonetto che si posano di fiori in fiore “per racimolare un po’ di nettare da portare a casa”.
E allora ecco la sua fantasia mettersi alla prova con i sentimenti personali, ma anche con tematiche più universali. Il pendolo che a casa del nonno scandiva lentissimo le ore, adesso a casa dell’autore sembra correre “come se il tempo volesse accorciarsi” o lo sguardo sulla razza umana chiedendosi se “sarà ancora capace di ritornare bambina” dopo il “mercu scurot” della pandemia.
Al Covid Gullino dedica alcuni sonetti con qualche accento polemico sempre smorzato dalla lingua che nasconde una saggezza semplice. Poi però dove meglio si esprime la poesia di Gullino è nella descrizione di ambienti, sempre con tocchi delicati, delle stagioni, colte nei piccoli particolari della natura, e anche delle persone, magari appena velate dalla malinconia del ricordo.
Ogni sonetto ha comunque la sua traduzione a fondo pagina, ma naturalmente deve essere usata come ultima spiaggia per la comprensione e magari cogliere qualche particolare.
Messonand… Ij mè sonèt
di Vittorio Gullino
Primalpe
14 euroo