Cuneo – Era stato per giorni in bilico tra la vita e la morte a causa del terribile mix di sostanze stupefacenti e alcol assunte nel corso di una serata trascorsa con due amici la sera del 24 agosto 2016, salvato solo grazie all’intervento della fidanzata che, non ricevendo risposta alle sue chiamate, si era recata presso l’appartamento di Cuneo dove il 18enne K.F. era ospite di un terzo uomo, il quale però non aveva partecipato alla festa a base di droga e alcol. Per averlo lasciato in uno stato di coma per ore prima dell’arrivo della fidanzata, che immediatamente chiamò il 118, sono stati rinviati a giudizio A.T. e E.P. Ai due è stata contestata l’omissione di soccorso e la minaccia nei confronti del padrone di casa che in quel periodo ospitava sia K.F. che A.T. e che in un primo momento aveva detto alla Polizia di aver provato a chiamare il 118 ma che gli era stato impedito con delle minacce.
Con l’accusa di cessione di sostanze stupefacenti è stato rinviato a giudizio anche F.G., lo spacciatore da cui i tre si erano riforniti di cocaina per quella serata. Oltre all’accusa di spaccio gli sono state contestate anche le lesioni come conseguenza di altro reato. Quella sera K.F., aveva assunto un mix di eroina, cocaina e marijuana. “Non avevo mai preso l’eroina – aveva raccontato in aula il ragazzo -, fu A.T. ad insistere, mi stava addosso e alla fine ho ceduto”.
Quando già versava in uno stato di semi incoscienza, al giovane venne somministrata un’iniezione di metadone, portato da E.P. che lo aveva perché in cura presso il Sert. Poi venne sdraiato sul letto del padrone di casa che se lo ritrovò accanto quando si svegliò.“Mi dissero che dormiva – ha riferito in aula l’uomo -, ma dopo un po’ ho capito che era svenuto perché erano passate due ore ed era sempre nella stessa posizione”. L’uomo ha invece negato quanto precedentemente riferito agli inquirenti sulle minacce subite affinché non chiamasse i soccorsi.
Per i due imputati che avevano trascorso la serata con K.F. l’accusa ha chiesto la condanna a un anno di reclusione per l’omissione di soccorso, chiedendo l’assoluzione dall’accusa di minacce. Più pesante la richiesta di condanna per F.G., il fornitore della cocaina, per il quale sono stati chiesti 8 anni e 6 mesi di reclusione e una multa di 48.000 euro. La parte civile ha chiesto un risarcimento di 50.000 euro in considerazione delle gravi lesioni neurologiche riportate dal giovane, costretto ad assumere farmaci contro le crisi epilettiche e che soffre di perdite di memoria e assenza che gli hanno anche causato un incidente con conseguente perdita dell’impiego.
Il difensore di A.T. ha rigettato l’accusa sostenendo che il suo assistito si era offerto di fare un massaggio cardiaco, impedito dalla fidanzata del ragazzo. Per quanto riguarda E.P. l’avvocato ha sottolineato che la mattina successiva all’arrivo della fidanzata, il suo assistito era già andato via senza poter stabilire quindi se fosse a conoscenza delle condizioni del ragazzo. Per quanto riguarda l’accusa di spaccio e lesioni contestata a F.G. l’avvocato ha sottolineato che risultava fosse A.T. ad aver portato la cocaina e che il suo assistito non poteva essere accusato di lesioni, che erano piuttosto il frutto di un mix di eroina e metadone che il ragazzo non aveva mai assunto prima.
Ascoltate le conclusioni delle parti, il giudice ha rinviato l’udienza al 20 gennaio per le repliche e la sentenza.