Non è certo un invito a emulare l’impresa, ma è la condivisione di un’esperienza che ha coinvolto anima e corpo l’autore. Anzi, nel ricordare e raccontare le sei giornate che lo videro partecipare al Tor des Geants sembra che l’anima rosicchi ampi spazi al corpo. A sottolineare che la competizione richiede un impegno notevole sul piano fisico, ma anche mentale.
Le cifre parlano con chiarezza: 330 Km, un dislivello di 24.000 metri, il tutto da percorrere in un massimo di 150 ore. Sono questi dati che “tormentavano” da tempo Luca Dalmasso: è il “tarlo del Tor” che nel segreto lavora e lentamente quasi con metodo mette in fila i tasselli fino a condurlo ai piedi dei Giganti insieme ad altri ottocento atleti. Molti non arriveranno, ma tutti sanno che quella è un’esperienza unica di competizione e di amicizia.
Al di là della cronaca dei fatti e delle emozioni provate, l’autore lascia però molto spazio alla preparazione. E in questa sempre è preoccupato di chiarire l’importanza dell’aspetto psicologico. Anche nei dettagli che sembrano secondari, per esempio abituarsi alla solitudine della notte o imparare a gestire le situazioni di disagio come il dormire poco o la tensione dei minuti che precedono la partenza: “è importante vivere questi momenti in anticipo”, consiglia. Da non sottovalutare la stanchezza, ma non tanto quella fisica, data per scontata, bensì quella psicologica, quel subdolo pensiero di spavento di fronte alla prova che apre alla tentazione di abbandonarsi alla stanchezza.
E se già questo può sembrare un po’ originale, di lì a poco si incastona un capitolo che sembra finire su tutt’altri terreni. È un progetto solidale per supportare progetti umanitari: “vendere” piccole frazioni del Tor. Un passaggio che aggiunge una sovrabbondanza di senso alla competizione. Certo non sarà il pensiero ricorrente dell’atleta durante la corsa, ma è ciò che può fare la differenza nell’esperienza del Tor.
Tra i giganti del Tor Des Geants
di Luca Dalmasso
Fusta
16,90 euro