Cuneo – Il Consiglio regionale sta discutendo per istituire la Giornata al valore alpino in Piemonte. Una ricorrenza per rendere omaggio a tutti gli Alpini da far cadere il 26 gennaio di ogni anno, il giorno che li vide combattere in Russia nella battaglia di Nikolajewka. La battaglia cadde proprio il 26 gennaio 1943 e fu un feroce scontro tra le incalzanti truppe sovietiche e le forze residue dell’Asse in ripiegamento nella parte meridionale del fronte orientale e costituì la fase cruciale e risolutiva della ritirata di Russia, determinando l’annientamento delle truppe italiane, decimate da morti, feriti e prigionieri. Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati. Migliaia di soldati vennero presi prigionieri durante la ritirata e radunati dai sovietici in vari campi e solo una percentuale minima di questi prigionieri farà ritorno in Italia a partire dal 1945. La Cuneense pagò il più alto tributo di sangue rispetto a tutti gli altri reparti dell’Esercito Italiano: 12.575 penne nere cadute e disperse, delle quali 5.804 provenienti dalla nostra Provincia di Cuneo. Parteciparono tra gli altri Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli. L’esame di discussione della proposta di legge presentata da Davide Nicco di Fratelli d’Italia si è appena concluso, proprio alla vigilia del centenario della nascita di Mario Rigoni Stern che cade oggi 1° novembre.
La proposta votata a maggioranza con emendamenti accettati di Lega e Pd che hanno contribuito a definire il testo definitivo, verrà ora inviata in prima Commissione per la valutazione della norma finanziaria, per poi approdare in Aula. Propone di attuare iniziative nelle scuole, borse di studio e progetti formativi per far conoscano la storia, il sentimento e i valori degli Alpini, che da sempre hanno un rapporto particolare con il Piemonte.
Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, in occasione del centenario della nascita di Mario Rigoni Stern lo ha voluto ricordare: “La Montagna è in lui e lui è la Montagna. Ricordare la sua figura oggi, a un secolo dalla sua nascita, ci spinge a guardare con occhi nuovi la sua vita, così segnata dalla sofferenza che si accompagna alla speranza, dalla fatica che si unisce alla determinazione. Non è un eroe, Mario Rigoni Stern, come non lo sono i montanari. Non sono eroi perché resistono. Sono donne e uomini che con Mario Rigoni Stern ci consegnano una nuova dimensione di Paese che non lascia indietro chi è lontano e chi cammina nella neve, chi fatica e si sente ai margini. Tutti sono uniti in una dimensione antropologica dinamica e multilateralista. Mario Rigoni Stern è speranza di futuro. L’anniversario di oggi non è passatismo o celebrativa memoria, bensì monito per tutti noi che ci occupiamo di montagne con sfumature diverse. La Montagna di Rigoni Stern è vissuta, silenziosa e viva. È proiettata nel futuro. Come lui”.