Racconigi – Tramite una cooperativa di servizi di assistenza alle persone aveva trovato lavoro presso una signora ipovedente e, approfittando della minorata capacità della propria assistita, le avrebbe sottratto la carta bancomat e con questa avrebbe fatto tre prelievi nell’arco di tre giorni, due da 600 euro e uno da 90 euro. Quando la donna si accorse di non avere più la carta, si recò in banca per denunciare lo smarrimento, ma lì le dissero che in realtà con quella carta erano stati fatti tre prelievi di cui due piuttosto consistenti. Appena rivelò alla sua assistente che aveva dovuto disattivare la carta, questa riapparve in un cassetto dove la padrona di casa aveva già cercato varie volte. Z. A., donna di Carmagnola all’epoca dei fatti 32enne, venne denunciata per furto aggravato (con querela poi rimessa da parte della parte offesa) e per utilizzo indebito di carta di credito: solo lei infatti oltre alla signora derubata sapeva dove si trovava il bancomat e il pin. Grazie alle indagini dei Carabinieri, dai tabulati telefonici emerse che il cellulare dell’imputata aveva agganciato delle celle proprio in corrispondenza degli sportelli bancomat di Savigliano e Racconigi dove erano stati effettuati i prelievi e proprio nei giorni, a cavallo tra maggio e giugno del 2019, in cui i soldi erano stati prelevati. Per lei l’accusa ha chiesto la condanna a un anno di reclusione senza le attenuanti, dal momento che quelle sottrazioni di denaro erano state fatte approfittando della minorata capacità della signora assistita. L’accusa ha ribadito che tutti gli elementi raccolti erano indiziari e che non era stata raggiunta la prova della colpevolezza. Il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa condannando l’imputata a un anno di reclusione e alla multa di 310 euro.