Cuneo – L’industria della Granda va meglio del resto della regione, che ha ritrovato “numeri giusti” per tornare alla crescita e che non vuole perdere l’occasione dei fondi europei e di tutte le scommesse in corso. È emerso ottimismo, con dati ai migliori livelli pre-pandemia, nell’incontro di oggi (martedì 5 ottobre) in Confindustria Cuneo, con il presidente regionale dell’organizzazione Marco Gay, sulle previsioni degli industriali cuneesi per il quarto trimestre 2021: indicatori produttivi ed export con crescite oltre il 20%, previsioni di investimento, balzo dell’occupazione (“A livelli che nemmeno noi ci aspettavamo e che confermano gli errati timori sulla fine del blocco dei licenziamenti”), cassa integrazione a livelli sostanzialmente fisiologici, utilizzo degli impianti al di sopra del 75% (considerata soglia da piena occupazione). Un andamento positivo comune ai vari comparti del tessuto produttivo cuneese, sia per beni sia per servizi.
Il sorriso con cui si guarda verso fine anno è però “tirato” se si pensa a fattori come costi delle materie prime, scarsa reperibilità dei materiali, mancanza di personale (specializzato o meno: il deficit a livello regionale è stimato in 233.000 unità). Gay ha insistito proprio sulla formazione e sulla necessità di inserirla negli ammortizzatori sociali, citando il caso di Formindustria che ha reintrodotto figure nel mondo del lavoro con un costo pro capite di 6.880 euro, “irrisorio se inserito in un piano massivo e organico nella collaborazione tra pubblico e privato”.
Come contraltare “il reddito di cittadinanza, al di fuori del dovuto sostegno alla povertà assoluta, si è rivelato un fallimento, con un costo-beneficio che non ci si poteva né ci si potrà permettere, e va ripensato in ottica di riqualificazione professionale”.
Tra i temi caldi, l’appuntamento con il green pass obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro dal 15 ottobre: “Per fortuna abbiamo una data che metterà ancora più in sicurezza le nostre aziende e confidiamo in un ulteriore rafforzamento della campagna vaccinale, anche a tutela di chi non può vaccinarsi e deve essere tutelato. Con gli attuali livelli di ordinativi e di utilizzo degli impianti, sarebbe pericolosissimo rimanere senza risorse umane per l’assolvimento delle commesse. Non possiamo permetterci che nemmeno un reparto in un’azienda abbia un fermo di produzione”.