Cuneo – Si è concluso al tribunale di Cuneo il processo per usurpazione di funzione pubblica e falso materiale in atto pubblico a carico di P.B. guardia zoofila cuneese, che nel novembre del 2017 prelevò un pappagallino cinerino da una cascina alle porte di Cuneo, sulla base di un presunto abbandono dell’animale. Il pappagallo apparteneva ad un signore cinese che aveva affidato l’uccellino ad un amico che abitava in affitto nella cascina alle porte della città. Dovendosi allontanare da Cuneo per alcuni giorni, quest’ultimo chiese al proprietario di casa di occuparsi dell’animale che era custodito in un’ampia voliera riparata sotto un portico, con cibo e acqua a disposizione. Il 18 novembre del 2017 P.B. si presentò nella cascina e trovò il proprietario della casa, “ero in ottimi rapporti col mio inquilino – ha riferito il teste – e quando mi disse se potevo occuparmi del pappagallo non ebbi problemi; l’uccellino mi riconosceva e mi diceva ‘ciao’. La guardia gli disse che doveva portare via il pappagallo perché era di contrabbando, “ma io gli feci notare l’anello alla zampa. Lui ribatté che era illeggibile e che se non avessi collaborato sarei passato dalla parte del torto anch’io”.
Sul verbale P.B. scrisse che l’animale era in stato di abbandono, “chiesi – ha continuato il teste in aula – se prima di firmare potevo aggiungere che non ero d’accordo, perché il pappagallo non era stato abbandonato. Gli dissi che me ne stavo occupando io e che di lì a qualche giorno la madre del proprietario del pappagallo sarebbe venuta a prenderlo. Lui però disse che il verbale andava bene così”. Subito dopo P.B. chiamò il veterinario dell’Asl e il responsabile del Centro recupero animali selvatici ed entrambi constatarono che il pappagallo era in buone condizioni di salute; convinti però di dover intervenire per un animale abbandonato, il veterinario redasse il verbale e il responsabile del Cras prese in custodia l’uccellino.
Quando il proprietario seppe che il suo pappagallo era stato portato via, sporse denuncia ai carabinieri che all’esito delle indagini glielo riconsegnarono e denunciarono P.B. per aver usurpato la funzione pubblica e aver falsamente dichiarato uno stato di abbandono che non c’era. Alla fine dell’istruttoria l’accusa ha chiesto la condanna per l’usurpazione di funzione pubblica, su cui la difesa ha ottenuto invece l’assoluzione. La difesa ha anche chiesto la condanna ad 1 anno e 4 mesi per il falso; la giudice ha accolto la richiesta di condanna aumentandola ad 1 anno e 6 mesi con il beneficio della sospensione condizionale. Inoltre ha disposto l’invio dei verbali del processo al pubblico ministero in merito alla deposizione del responsabile del Cras.