Gerbola – Sui segnali, il limite di velocità è 50 km/h, ma in media gli automobilisti sfrecciano a 100 km/h, con picchi oltre quota 150 e tanti sorpassi in entrambe le direzioni di marcia. Ai due lati del rettilineo c’è il paese di Gerbola, che da oltre una decina d’anni continua a chiedere aiuto al Comune di Villafalletto e alla Provincia. “Siamo esasperati – spiega Claudio Mellano a nome dei residenti – perché la situazione è davvero insostenibile e non arrivano risposte. I marciapiedi, se così vogliamo chiamarli, sono piccole banchine larghe al massimo 50 cm e l’intero paese si sviluppa sui due lati della strada, come la chiamano i bambini, la ‘Bestia’. Le persone hanno davvero paura e immettersi sulla carreggiata con la propria auto è ormai diventata una mezza impresa. Il rischio di un incidente mortale è davvero dietro l’angolo”.
A spaventare i cittadini di Gerbola è la prospettiva di un ulteriore incremento del traffico di mezzi pesanti a causa dell’imminente ampliamento della Fossano-Villafalletto, intervento di cui è già stato appaltato il primo lotto. Tre anni fa hanno fatto la loro comparsa i velobox, ma secondo i residenti non sarebbero quasi mai stati utilizzati: “Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine: venite a presidiare questo rettilineo con autovelox, anche solo una volta ogni tanto. Quanto basta per trasmettere agli automobilisti l’idea che i limiti vanno rispettati, trattandosi di un centro abitato”.
In passato si era parlato di realizzare una deviazione stradale che aggirasse il paese, rivelatasi però troppo costosa per la Provincia. Soluzioni alternative potrebbero essere un semaforo all’altezza dell’incrocio principale o un senso unico alternato alla strettoia in mezzo al paese. “Siamo aperti – conclude Mellano – a discuterne, senza preclusioni. Ci sta scoraggiando la mancanza di un interlocutore certo: in estate abbiamo portato la nostra protesta in consiglio comunale, ci è stato risposto che è responsabilità provinciale. La Provincia ha replicato l’esatto opposto, e da allora nulla si è mosso. Ci siamo dati il 2021 come scadenza: se il silenzio delle istituzioni perdurerà, a inizio 2022 saremo costretti a presentare un esposto in Procura, perché il rischio per i gerbolesi è troppo alto”.