Valle Roya – A un anno dall’alluvione tornare all’imbocco francese del tunnel di Tenda è come guardare una Polaroid scattata nell’ottobre 2020. La scena è, come allora, drammatica: la vecchia strada della galleria storica che finisce nel vuoto scavato dal rio Canelle, il semaforo ripiegato su se stesso, il ponte spezzato su un versante del Vallone della Ca’ e quel che ne rimane è accartocciato sull’altro. L’unico segno di attività è poco a monte, sul rio, dove è stato ricavato un passaggio rotabile che passa davanti all’imbocco del Tenda bis. Prosegue dietro la caserma dei pompieri e si raccorda con la galleria storica.
Scendendo verso Tenda, subito dopo i tornanti, si entra in una voragine infernale. Per costruire la strada è stato minato il fianco della montagna e i detriti ingombrano il passaggio buio e ancora più stretto di prima. Il tracciato fin oltre il Museo delle fortificazioni è una pista sconnessa. I cantieri si susseguono uno dopo l’altro, sensi di marcia alternati, decine e decine di prefabbricati modulari di cemento sfilano nell’alveo della Roya in attesa di essere sistemati.
A monte di Tenda c’è ancora molto lavoro da fare per ripristinare la viabilità sulla RD 6204. I progressi si evidenziano scendendo verso il mare. È però solo nei comuni della bassa valle che i cantieri sono finiti. La strada per La Brigue è tornata ad essere di nuovo perfettamente percorribile. Non quella per Casterino.
Per scendere sulla costa ci sono sensi unici alternati a vista e ben diciotto semafori con durata da uno a tre minuti. E infine c’è quello di Airole che fa infuriare i francesi e gli italiani della zona di confine. Tempo di attesa di 20 minuti. Anas dal 2017 sta eseguendo manutenzioni e interventi di messa a norma su quattro chilometri di gallerie. La società dice che i lavori termineranno entro l’anno.
Su La Guida di giovedì 30 settembre un servizio di quattro pagine a cura di Giorgio Bernardi dedicato alla valle Roya ad un anno di distanza dalla tempesta Alex.