Sampeyre – In tempi di pandemia, le attività della Croce rossa di Sampeyre non si sono fermate. Spiegano i volontari: “Siamo stati chiamati a ‘reinventarci’ per portare soccorso con modalità del tutto nuove. Le nostre attività sono continuate, non senza difficoltà, anche dal punto di vista economico. Il doverci ‘reinventare’ ha voluto anche dire destinare fondi nell’acquisto dei dispositivi di protezione e del materiale per la sanificazione delle ambulanze e della sede operativa”.
È per questo che la Croce rossa di Sampeyre intende “ringraziare tutti coloro che ci aiutano ad affrontare i momenti di difficoltà permettendoci di acquistare il materiale per poter svolgere i nostri servizi, ma anche per affrontare i costi di gestione dell’associazione. In particolar modo ringraziamo la famiglia di Rita e Roberto Testa, l’Ok Market di Sampeyre, Mario Claro, Giacomina Cosmello, Bruno Podestà, i coniugi Serra-Biolè, Margherita Martino, Virginia Armando, Alfredo Dal Molin e i condomini dei palazzi Bucaneve, Rododendro, Edelweiss, Narciso 1 e Narciso 2. Ringraziamo anche tutte quelle aziende che ci aiutano fornendoci i dispositivi di protezione”. Purtroppo però manca il personale: “Siamo costantemente alla ricerca di nuovi volontari che abbiano del tempo da dedicare alla Croce rossa, che è un’associazione con molte attività diversificate”.
Il tutto in un contesto non facile, nel quale il prezioso servizio del 118 di Sampeyre ha problemi economici seri: l’Unione montana nelle scorse settimane aveva evidenziato che “l’’Asl Cn1, con cui la Croce rossa di Sampeyre è convenzionata, riconosce una parte del costo del personale dipendente: fino all’anno scorso il restante costo di gestione, stimato in 48 mila euro annui, è stato coperto dalla Cri, che però ha fatto sapere di non essere più in grado di sostenere la spesa”. Passate le elezioni, si attendono risposte concrete dalla Regione, dal Bim, dall’Unione montana e dai comuni della valle Varaita. E a completare il quadro della situazione, dall’esterno non si capiscono le ragioni per cui i volontari della Croce rossa di Melle e di Sampeyre collaborano poco.