Cuneo – Obbligo di green pass e mascherina per accedere agli impianti di risalita, capienza delle seggiovie al 100% (80% se chiuse con cupole paravento) e di funivie e cabinovie all’80% con i finestrini aperti per il ricambio dell’aria. Consentito per queste ultime, solo in caso di emergenza o al fine di evitare o limitare assembramenti di persone presso le stazioni di monte, l’utilizzo a pieno carico. In tutti gli ambienti al chiuso e nella fase di imbarco (anche all’aperto) e durante le fasi di trasporto divieto di consumare alimenti, bevande e fumare. Una volta giunti alla stazione di monte, obbligo per gli utenti di abbandonare la stazione nel più breve tempo possibile.
Sono questi i punti principali del “Protocollo riapertura delle aree sciistiche e per l’utilizzo degli impianti di risalita” siglato negli scorsi giorni a Milano da Amsi (Associazione maestri sci italiani), Col.Naz. (Collegio nazionale maestri di sci), Federazione Italiana Sport Invernali, Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari), e Federfuni Italia (l’associazione italiana delle aziende ed enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale) in vista della stagione 2021/2022. La riapertura dei comprensori sciistici è poi stata inserita nel decreto “green pass bis” che è stato approvato mercoledì alla Camera e che, per la conversione in legge, passerà in Senato entro il 5 ottobre.
Dopo una stagione passata andata completamente in fumo tra continui rinvii e cambi di rotta, l’obiettivo è la riapertura degli impianti di risalita tra regole e comportamenti virtuosi. Ai gestori degli impianti è chiesto di favorire la vendita online degli skipass, creare percorsi che garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, prevedere la presenza di personale che regoli il flusso per ridurre assembramenti e occasioni di contatto. Ma se l’obbligo di certificato verde e le nuove direttive non sembrano preoccupare troppo i gestori, resta comunque il timore di assistere ad un film già visto in quanto il protocollo “sarà aggiornato sulla base di nuove evidenze epidemiologiche e nel rispetto delle normative nazionali e regionali emesse, finalizzate alla prevenzione e al contenimento del rischio pandemico da covid 19”.