Cuneo – Sono quasi tremila dipendenti del servizio sanitario ragionale, tra medici, infermieri e oss che non hanno aderito alla campagna vaccinale e che potranno essere lasciati a casa come prevede la legge. Per alcune decine è già successo.
Ma questo potrebbe creare o meglio accentuare un problema che già esiste ed è piuttosto grave, la carenza di personale nella sanità pubblica. Per questo si proposta dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e vice-coordinatore nazionale della Commissione Salute, Luigi Genesio Icardi, il presidente della Conferenza delle Regioni ha inviato oggi al ministro della Salute una lettera, condivisa all’unanimità dagli assessori e presidenti di tutte le Regioni, nella quale si ritiene necessario che “il Governo predisponga delle linee guida sulle misure da adottare qualora, in conseguenza del trasferimento oppure della sospensione degli operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale, si dovesse determinare una situazione di carenza di personale tale da pregiudicare la regolare erogazione delle prestazioni sanitarie ed assistenziali, a partire dalle prestazioni essenziali per l’effettuazione di interventi e di terapie salvavita”.
Insomma le Regioni mettono le mani in avanti: applichiamo la legge sulla sospensione ma non ripondiamo se le aziende sanitarie del territorio saranno costrette a chiudere dei servizi a causa del trasferimento o della sospensione di operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale. Un problema che riguarda soprattutto determinati reparti e servizi sanitari dove si registra l’impossibilità di reclutamento di figure professionali in sostituzione per indisponibilità sul mercato del lavoro.0
Nella lettera della Conferenza si chiedono inoltre al Governo garanzie funzionali per eventuali ipotesi di responsabilità derivanti dalle condizioni di difficoltà determinati dalle sospensioni delle attività lavorative.