Prato Nevoso – Era andato a sciare in notturna a Prato Nevoso insieme al fratello, ma mentre completava la discesa della pista uno, nel punto in cui vi confluisce la pista dello snow park, si scontrò con un ragazzo che da quello proveniva. M. T., 49enne ligure che stava sciando lungo la pista uno, ebbe la peggio e per un attimo perse conoscenza. Quando si riprese lamentava dolori alla pancia, ma le sue condizioni non apparivano gravi. Soccorso dai volontari sulle piste e condotto prima in infermeria e poi trasportato all’ospedale, l’uomo aveva però riportato gravi lesioni interne, in particolare la rottura della milza cui seguì una tromboembolia, che ne causarono il decesso pochi giorni dopo. Il giovane con cui si era scontrato, M. A. di Carmagnola, all’epoca dei fatti ventenne, è stato chiamato a rispondere dell’accusa di omicidio colposo. Quel giorno era a sciare con tre amici, nessuno dei quali ha assistito all’incidente, così come il fratello della vittima, che nella sua testimonianza ha riferito di aver visto scendere il fratello abbastanza vicino al confine con lo snow park, che confluisce nella pista numero uno con un saltino, posizionato quasi in perpendicolare con l’altra pista: “È una rampa che collega le due piste – ha detto il fratello della vittima – e lì per lì ho pensato che non fosse molto sicura quella uscita. L’ho fatto presente ai Carabinieri. Mi è stato detto che successivamente quel saltino era stato eliminato”.
In aula hanno testimoniato anche gli amici dell’imputato che quella sera sciavano con lui in notturna. Scendevano in fila indiana, distanziati e nessuno aveva assistito all’incidente, ma hanno riferito di aver assistito a uno scambio di frasi tra i due fratelli relativa alla velocità di discesa: “Ricordo – ha riferito uno degli amici dell’imputato – che il fratello gli disse che andava un po’ troppo forte ed era alle prime esperienze”. Una frase confermata in parte dal fratello della vittima, che ha ribadito la lunga esperienza sugli sci del fratello: “Forse ho pensato che andasse molto veloce – ha detto l’uomo in aula -, ho visto le racchette che erano finite un po’ lontane”. Lo stesso fratello ha dichiarato che subito M. A. avrebbe ammesso la propria responsabilità dichiarando di essere stato lui ad aver tagliato la strada all’altro, mentre uno degli amici di M. A. ha riferito di aver visto la vittima mentre scendeva nella pista accanto e di averlo visto tagliare quella pista verso il punto di confluenza dello snow park: “Scendeva veloce e tagliava la pista nella sua larghezza, ma ero dietro e non ho visto se si sono toccati”. Contrariamente a quanto dichiarato dal fratello della vittima, ai suoi amici M. A. avrebbe detto di aver cercato di evitare l’urto con l’uomo che veniva da destra, ma quello andava molto veloce e gli era finito addosso. L’udienza è stata rinviata al 12 ottobre per ascoltare le perizie medico-legali dei consulenti nominati dalla Procura (immagine di repertorio).