Scarnafigi – È in corso al tribunale di Cuneo il processo che deve far luce sulle responsabilità che portarono alla morte di Michael Giordano, operaio 19enne della ditta Nasto di Scarnafigi, deceduto il 15 giugno 2017, travolto dal carrello elevatore che stava utilizzando per raccogliere e spostare i rami della siepe di recinzione dell’azienda. Il datore di lavoro del giovane, che lavorava per quella ditta da pochi mesi, ha risarcito la famiglia della vittima, ha patteggiato la pena ed è uscito dal processo, mentre sono a giudizio B. G. D. e C. L. M., i due coniugi dell’azienda proprietaria del carrello, che avevano stipulato con la ditta di Nasto un contratto, che nel frattempo sembra fosse scaduto, di visione del carrello in vista di un possibile acquisto; secondo l’accusa avrebbero dovuto richiedere l’indicazione di chi avrebbe potuto usare il carrello e verificarne l’abilitazione. Il giovane operaio non aveva formazione né abilitazione all’uso del carrello, eppure quella mattina aveva fatto molti viaggi con il muletto per spostare i rami tagliati verso il piazzale da cui sarebbe poi stati caricati verso l’area ecologica. Verso le 11 di mattina, eseguendo una svolta a destra, il carrello si sarebbe ribaltato sulla sinistra schiacciando l’operaio. In aula hanno deposto i Carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente, il tecnico dello Spresal e i colleghi che erano in ditta quella mattina con la vittima. Nel corso dell’ultima udienza ha parlato anche il datore di lavoro di Giordano, il quale ha riferito di non ricordare se il contratto stipulato con la ditta che gli aveva fornito il carrello prevedesse solo la visione o l’utilizzo e non ricordava se B. G. D. gli avesse detto che per usare quel carrello occorreva un patentino, ma lui aveva dato per scontato che potesse utilizzarlo. L’udienza è stata rinviata al 2 dicembre per gli ultimi testi e la discussione.