Cuneo – “Ho voluto riunire prima i primari e poi i giornalisti per rassicurare che non c’è nessun impoverimento del Santa Croce, che rimane ospedale hub di riferimento per tutta la provincia. Quello che cerchiamo di fare è mettere in rete, di fare rete con gli ospedali spoke, per economie di scala e coordinamento a rotazione a partire dall’Aso Santa Croce, poi toccherà all’Asl Cn1 e poi all’Asl Cn2”.
A parlare è l’assessore regionale Luigi Genesio Icardi che ha scelto di venire a Cuneo all’Aso Santa Croce circondato dalla nuova dirigenza nominata, nel tentativo di sopire le polemiche e le paure di un declassamento sanitario di Cuneo rispetto al resto della provincia.
Conferma che lo studio affidato al privato sulla nuova rete sanitaria della provincia, che significa i nuovi ospedali di Cuneo e Savigliano, è in dirittura di arrivo: “Lo abbiamo affidato al privato tramite la Fondazione Ospedale di Verduno con i soldi della Fondazione stessa e quelli della Crc, perché l’Ires pubblica è già oberata di lavoro”.
Tocca poi al direttore generale Elide Azzan snocciolare una serie di dati di cose, soprattutto ancora da fare, ma che sono in attesa nei prossimi mesi: assunzioni, primariati, nuove tecnologie e nuovi lavori. Ma la Azzan, che fa parte anche della commissione del Dirmei regionale, conferma anche che nell’eventualità di una nuova ondata “non ci sarà più un ospedale Covid ma tutti avranno reparti ad hoc, che a Cuneo saranno al Carle”. E sul personale: “Il turn over sarà garantito con un piano che presenteremo entro il 30 settembre”.
Icardi non si sottrae alle domande sulle polemiche degli ultimi giorni, dal convegno con i no vax in Senato all’Azienda Zero, fino alle sospensioni e alle terapie intensive.
“La legge parla chiaro senza interpretazioni – spiega Icardi – il personale no vax deve essere sospeso e sarà così e ben oltre il 31 dicembre. Ma c’è anche il problema della valutazione di impatto cioè se la sospensione mette a repentaglio dei servizi essenziali. Un problema che il legislatore non si è posto”. Dà anche i numeri: 20.000 no vax nella sanità regionale e di questi 2.500 dipendenti pubblici.
“Sono stato invitato per il Piemonte pre presentare il nostro progetto di cure domiciliari nel convegno al Senato – conclude Icardi – anche per il Covid e questo ho fatto, sottolineando che la vaccinazione è e rimane fondamentale. Poi qualcuno ha voluto far credere che essendoci una possibile cura, il vaccino fosse superfluo ma non è così, e sono stato ben chiaro sull’argomento. In Piemonte sono 780.000 le persone che hanno scelto di non vaccinarsi”.