Peveragno – “Mercoledì, 1 settembre 2021 dopo cinque anni di scuola come allievo all’Istituto per Geometri di Cuneo e 33 anni come insegnante tecnico pratico di Topografia e Costruzioni, di cui otto a Savigliano e venticinque a Cuneo, oggi Scuola Secondaria Superiore Bianchi-Virginio, dopo quindi trentotto anni non mi è stato permesso di entrare perché sprovvisto del green pass”.
Racconta così sul proprio profilo facebook Matteo Barale, insegnante peveragnese, che nella giornata di ieri non ha potuto fare il proprio ingresso a scuola, dov’era atteso in commissione esami di riparazione.
“Com’è possibile accettare che strumenti sanitari di dubbia efficacia – si domanda – condizionino i principi di apertura, libertà e indipendenza dell’insegnamento? Ci riempiamo la bocca di inclusione, diritti e doveri, educazione civica, storia e tante belle cose, ma alla resa dei conti? Se non mi sottopongo ai tamponi diagnostici il cui tasso di inattendibilità è certificato dallo stesso Istituto Superiore di Sanità e decido pure di non farmi inoculare dei sieri sperimentali a mRna o a Dna ricombinanti, la cui efficacia, si legge sul foglietto illustrativo potrebbe non proteggere completamente e avere una durata che non è nota, a cui si somma la possibilità di contagiare e essere contagiati, vengo tagliato fuori? Non ho le competenze scientifiche, ma se mi addentro nella ricerca su canali che non sono a “libro paga”, noto ragionevoli dubbi all’interno della stessa comunità scientifica: trombosi, danni neurologici, miocarditi, pericarditi e sul lungo termine infertilità, malattie autoimmuni e tumori. Lo dice la banca dati di farmacovigilanza dell’Ema. Con quanto premesso mi viene chiesto un senso di responsabilità sottoponendomi al siero per tenere a bada il contagio? Questa sarebbe una strada, sicuramente oggi quella più facile, ma da buon topografo la mia strada la progetto io”.