Simenon quando finì il suo romanzo nel 1968 definì “La mano” una storia crudele. È un dramma che si consuma in un silenzio ovattato dalla neve che emerge nei salotti degli ambienti della ricca borghesia americana. È crudele è vero ma come a volte è crudele la vita. Ed è proprio questa sovrapposizione tra letteratura e vita, dove non ci si rende conto più del confine, che rende unica e sempre nuova la scrittura di Simenon. Il racconto di un’umanità che è anche crudele, ipocrita, falsamente cortese, a volte banale ma sempre tanto vera.
Donald Dadd è un avvocato quarantacinquenne, marito di Isabel e padre esemplare di due figlie adolescenti, che conduce una vita normale. Ha due amici cari, Ray e la moglie Mona. Ha passato la sua esistenza a rispettare leggi e regole sociali, finché qualcosa non si è incrinato dopo che a una festa ha bevuto più del solito e visto qualcosa che lo ha sconvolto. E da quel momento, da una bufera di neve che sconvolge una serata, in una vita normale scatta una vera e propria bufera nell’anima. Donald non si riconosce più e mentre ripercorre quello che è accaduto nella notte della bufera e degli sviluppi successivi nella sua vita, in quella di sua moglie e degli amici, mette in discussione l’intera sua esistenza, scoprendo che in fondo avrebbe sempre voluto essere qualcun altro.
Come sempre da non perdere.
La mano
di Georges Simenon
Adeplhi
18 euro