È l’agosto 1917. Ormai da due anni l’Italia sta combattendo nel primo conflitto mondiale senza peraltro ottenere alcun significativo successo. Ancora una volta l’esercito italiano sferra l’attacco contro la linea austro-ungarica lungo il fiume Isonzo. È l’undicesima volta che il capo di stato maggiore Luigi Cadorna prova a dare quella “spallata” che avrebbe dovuto essere una tappa verso la vittoria definitiva. In realtà il numero di tentativi dice già quanto difficile sia l’operazione e, soprattutto, quante vite umane sarebbe costata.
A distanza di anni Gerardo Unia ha ricostruito in modo dettagliato non solo l’assalto all’altipiano dei Lom, che avrebbe dovuto provocare la caduta dell’importante testa di ponte di Tolmino, ma anche il contesto in cui si inserisce.
Il libro giunge ormai alla terza edizione che si trova arricchita di nuovi documenti e testimonianze. Lo schema rimane quello utilizzato nella prima pubblicazione.
Prevede dapprima uno sguardo sulle drammatiche condizioni dei soldati impegnati su questo come sugli altri fronti del primo conflitto mondiale per passare poi agli antefatti che portarono alla sanguinosa battaglia. Il panorama si completa infine con l’analisi di ciò che successe dopo questa manciata di giorni estivi fino al drammatico ottobre di Caporetto.
Guida tutta questa ricerca la figura del nonno dell’autore, il caporale Lorenzo Unia del 56° Reggimento Fanteria, morto il 26 agosto durante un assalto. Per questo l’autore stesso ha voluto precisare già dalle prime pagine la genesi e la metodologia con cui ha sviluppato la ricerca sia attraverso testimoni sia sui documenti originali degli archivi locali e nazionali.
L’undicesima battaglia
di Gerardo Unia
Nerosubianco
26 euro