Maestro dell’incisione di fama nazionale ed europea che ha contribuito attraverso la sua produzione a far leggere in maniera profonda le armonie e gli scorci degli orizzonti raccontando in tal modo le atmosfere più care del territorio della provincia di Cuneo, dalla sua Mondovì alle valli, Francesco Franco rivive in una mostra dal titolo “Paesaggi ritrovati: le Valli Maira e Stura nelle opere di Francesco Franco e Michele Pellegrino” a Palazzo Borelli di Demonte.
Grazie all’attività di incisore, riconosciuta a livello internazionale, Francesco Franco è una pietra miliare della grafica del XX secolo. Scomparso tre anni fa a 94 anni Franco è stato autore di una grande produzione artistica che si alternava anche a momenti interpretativi legati alla storia del momento come la deportazione, la guerra, la Resistenza, i cimiteri partigiani. L’umanità e la generosità hanno da sempre caratterizzato la sua vita e la sua arte. Il segno inciso di Franco, nitido, fluente, preciso, ha inizialmente “come radiografato in trasparenza i paesaggi monregalesi e di Langa, passando poi alle composizioni di soggetti architettonici, giochi d’acqua, frammenti, metamorfosi, pensieri musicali e geometrie astratte armoniose, tracciate con filamenti lineari dinamici e sovrapposti di diverso spessore, o con trame di segni leggeri, distribuiti nella profondità chiaroscurale dello spazio della lastra di rame” scriveva Andreina Griseri (in L’opera grafica di Francesco Franco, Mondovì, 1990). Con serietà, rigore intellettuale e tensione lirica, Franco ha realizzato opere coin diverse tecniche: l’acquaforte, l’acquatinta, la puntasecca, la litografia, la xilografia, in combinazione con sperimentazioni poco usuali, ma anche l’acquerello e il pastello, tecniche meno note al pubblico, che dell’incisione mantengono l’essenzialità, la misura e la finezza dei toni, a testimonianza della sua volontà di dare continuamente vita a un mondo interiore di forme pensate al di là del visibile. La sua generosità artistica si è manifestata anche nella sua lunga carrierra accademica, nel tarsferire a centinaia e centinaia di alunni il suo sapere e la sua visione artistica. Aveva frequentato il Liceo Classico Silvio Pellico di Cuneo, iniziando ad accostarsi alla pittura grazie agli insegnamenti dei maestri Giovanni Lavalle e Giulio Benzi, poi dopo avcer iniziato gli studi di Medicina che lasciò, si era diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel 1956, seguendo i corsi di pittura tenuti da Felice Casorati e Francesco Menzio e quelli di incisione con Marcello Boglione e Mario Calandri. È divenuto assistente di Calandri nel 1957, succedendogli sulla cattedra di Tecniche dell’Incisione fino al 1988, dopo un anno di insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bari. Ha insegnato per oltre 30 anni e ha esposto le sue oepre in mezzo mondo.
Qui a Demonte a oltre quarant’anni dalla loro edizione, la mostra propone le due cartelle di incisioni di Francesco Franco, dedicate alla Valle Maira e alla Valle Stura. “La Stura di Demonte – un fiume, una valle, una gente” (Incisioni di Francesco Franco con testo di Piero Camilla), la cartella raccoglie otto incisioni tirate dalla Calcografia Nazionale di Roma diretta da Carlo Bertelli nel 1975. E “Valle Maira – il paesaggio della storia” (Incisioni di Francesco Franco con testo di Mario Cordero), la cartella raccoglie otto incisioni tirate dalla Stamperia del Borgo Po di Franco Masoero ed è stata edita da L’Arciere di Cuneo nel 1989.
Accanto alle opere di grafica trovano posto una serie di scatti del fotografo chiusano Michele Pellegrino realizzati in tempi diversi, nel corso della sua lunga e ancora operosa vita professionale: due differenti modalità espressive che si accostano ai medesimi territori, due diverse sensibilità artistiche accomunate però dalla medesima intensità di elaborazione ed amore per il proprio lavoro. La mostra vuol essere un omaggio ai due artisti che tanto si sono dedicati alla loro terra e allo stesso tempo a queste due valli, piccoli frammenti rispetto alla vastità delle aree di montagna, e allo sforzo che molte comunità alpine stanno compiendo per sopravvivere e rigenerarsi. Ripresa e resilienza sono le parole chiave di questi tempi ancora oscurati dalla pandemia e forte deve essere la convinzione che cultura ed arte possano giocare un ruolo fondamentale in questo contesto: la cultura e l’arte possono tracciare vie, offrirci visioni, illuminarci anche della necessaria umiltà per ristabilire nuovi rapporti di equilibrio ed equità con l’ambiente e ogni singolo essere umano.
Dicono all’associazione Amici di Demonte: “Questa mostra vuole fornire un piccolo contributo in tal senso e un grande augurio di speranza, affinché ciascuno possa presto ritrovare i propri paesaggi da ripercorrere: con i propri piedi, la propria anima ed il proprio cuore”.
“Paesaggi ritrovati: le valli Maira e Stura nelle opere di Francesco Franco e Michele Pellegrino” è organizzata dalle associazioni Amici di Demonte, Espaci Occitan e L’era granda ed è a cura di Ivana Mulatero, Silvio Rosso e Giacomo Doglio, dopo essere stata a Palazzo Borelli fino al 1° agosto, la mostra è Dronero al Musoe Mallè dal 7 agosto fino al 26 settembre e infine a Rittana.