Cuneo – Il coordinamento delle associazioni ambientaliste di Cuneo interviene sull’aumento del prelievo di acqua dai fiumi per uso agricolo con un comunicato firmato dai presidenti Domenico Sanino (Pro Natura Cuneo), Bruno Piacenza (Legambiente Cuneo), Silvio Galfrè (Lipu Cuneo) e Albino Gosmar (Cuneo Birding).
“L’acqua è fondamentale per l’agricoltura e l’agricoltura è fondamentale per la nostra vita – scrivono i presidenti delle associazioni ambientaliste cuneesi – Per questo da anni combattiamo contro la cementificazione dei suoli agricoli che sottrae per sempre la possibilità di produrre cibo. Ma l’acqua è anche essenziale per l’ecosistema fluviale, senza il quale la nostra sopravvivenza è a rischio. Dunque occorre trovare il giusto equilibrio tra le esigenze del mondo agricolo e la salvaguardia della vita nei fiumi. La siccità di questo inizio d’estate ha riproposto il problema della sempre più precoce scarsità d’acqua nei fiumi della nostra Provincia. Non è la prima volta che il Parco fluviale Gesso-Stura rimane un parco fluviale con poca o addirittura senza acqua nei fiumi e nei torrenti. La scarsità di precipitazioni e l’incremento della temperatura rischiano di arrecare danni gravissimi sia agli ambienti fluviali, sia all’agricoltura.
Stando alle comunicazioni dell’Ufficio stampa dell’Amministrazione provinciale, sembra che la Provincia ancora una volta pensi di risolvere il problema della carenza di acqua ad uso agricolo semplicemente aumentando il prelievo dai fiumi, favorendo così l’aggravamento della situazione degli ambienti fluviali.
Nonostante l’evidente cambiamento climatico, nulla è stato fatto negli ultimi anni per cercare soluzioni che consentano all’agricoltura di bagnare e ai fiumi di avere acqua. In campo agricolo due sono le possibili soluzioni: modificare le modalità di irrigazione e piantare specie che richiedano meno acqua. Non si può continuare come fatto finora perché non possiamo accettare che tutti gli ambienti fluviali siano destinati alla distruzione a causa di periodi di secca sempre più frequenti e lunghi.
La Provincia, stando alle notizie giornalistiche, ha deciso di aumentare i prelievi a scopo agricolo, riducendo il deflusso minimo vitale (Dmv) nei fiumi, che, come dice il nome, è la minima quantità di acqua per consentire la sopravvivenza degli ambienti fluviali. In questo modo si dà un po’ di respiro all’agricoltura, ma a scapito degli altri esseri viventi degli ambienti acquatici, già vittime dell’inquinamento causato dalle attività umane. A questo proposito, sono molto significativi i dati del rapporto dell’ARPA Piemonte e di “Goletta Verde” di Legambiente Piemonte che segnalano che solo il 53% dei fiumi esaminati nel periodo 2009-2014 ha una qualità dell’acqua “buona”. Questo dato per il periodo 2014-2020 scende la 47%. La scelta operata dalla Provincia di aumentare l’acqua nei canali irrigui non fa che accentuare la drammaticità dello stato di salute dei fiumi, perché, sottraendo acqua, si aumenta l’inquinamento.
A tutto ciò va aggiunta la presenza di centrali idroelettriche nei canali irrigui che necessitano di acqua tutto l’anno per produrre energia elettrica. Almeno, in passato, tolti i periodi estivi, l’acqua poteva scorrere liberamente nei fiumi. Oggi non è più così, perché anche in pieno inverno serve acqua nei canali. È vero che quest’acqua prima o poi tornerà al fiume, ma restano sempre aree in sofferenza che pesano notevolmente nell’equilibrio ambientale del corso d’acqua.
L’agricoltura, lo abbiamo ricordato, è fondamentale per la nostra vita, perché l’agricoltura produce cibo per noi e per gli animali allevati. Qual è però la coltivazione più diffusa in Provincia? Il mais, una produzione fortemente idrovora, e in buona parte destinata a produrre biocarburanti. Una contraddizione inaccettabile”.