La prospettiva e gli obiettivi del Green Deal portano inevitabilmente a considerare anche lo spazio aereo e il settore dell’aviazione dell’UE in quanto produttori di CO2.
Gli aerei non sempre possono seguire una rotta diretta fra una destinazione e l’altra, e sono spesso obbligati a rotte più lunghe e, di conseguenza, molto più inquinanti. Il Parlamento Europeo, in una risoluzione adottata il 7 luglio scorso, chiede, al riguardo, che le regole dell’aviazione vengano adattate alle esigenze di riduzione delle emissioni e di considerare “un cielo unico europeo” che tracci rotte dirette fra le destinazioni, senza considerare le frontiere terrestri degli Stati membri e costituisca una sorta di Schengen celeste.
Una tale prospettiva non solo ridurrebbe di circa il 10% le emissioni di carbonio, ma permetterebbe anche voli più brevi, rapidi e verdi. A tutto vantaggio della natura e dei passeggeri.