Cuneo – Si è concluso al tribunale di Cuneo il processo per aggressione aggravata dall’odio razziale a carico di N.B., N.E. e M.G., due albanesi e un italiano, ai danni di B.A.T. giovane del Burkina Faso, aggredito la sera del 4 maggio 2017 all’interno della sala da ballo degli ex lavatoi, perché aveva invitato a ballare una ragazza che era in compagnia dei tre giovani. “Avevo invitato a ballare una ragazza che non conoscevo – aveva detto ai giudici la vittima dell’aggressione – ma lei non fece neanche in tempo a rispondermi che i suoi amici mi aggredirono offendendomi con insulti razzisti”. Dopo l’intervento del proprietario e dei buttafuori i ragazzi vennero accompagnati fuori dal locale e qui sarebbe proseguita l’aggressione anche con lanci di vetri di bottiglia e pietre, tanto che uno degli addetti alla sicurezza dovette riportare il giovane all’interno del locale. Il lancio di oggetti continuò e alcuni clienti hanno riferito di essere stati colpiti da dei vetri di bottiglia. La ricostruzione dei fatti di quella sera e il ruolo avuto dai tre imputati è stata però molto difficile, poiché molti dei testi hanno riconosciuto gli imputati come clienti abituali del locale, ma non hanno saputo affermare con certezza se avevano preso parte all’aggressione, ed alcuni non erano neanche certi che quella sera fossero presenti. Musica ad alto volume, la folla e le luci basse avevano di fatto impedito una chiara visione dell’aggressione o se fossero stati pronunciati insulti razzisti. Prima delle discussione sono stati ascoltati anche due dei tre imputati, che hanno rigettato le accuse; G.M. ha dichiarato di aver visto B.A.T. che strattonava la ragazza per portarla a ballare in pista e da qui sarebbe nata la discussione e il successivo parapiglia. Per l’accusa, che si è basata sulle dichiarazioni più sincere e veritiere rese dai testimoni agli agenti della Questura nei giorni successivi ai fatti, i tre imputati erano effettivamente responsabili dei reati contestati e ha chiesto per loro la condanna ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Per le difese invece, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, nessuno dei capi di accusa era stato pacificamente provato, né le testimonianze avevano chiarito quale ruolo i tre ragazzi avessero avuto in quella confusione e per questo ne hanno chiesto l’assoluzione. Richiesta accolta dal collegio dei giudici che hanno assolto i tre imputati per non aver commesso il fatto.