Roccavione – Aveva riferito ai carabinieri che la ex moglie, con la quale era in corso il divorzio e il relativo giudizio per l’affidamento dei figli e l’uso della casa coniugale, faceva uso di sostanze stupefacenti e alcol; a riprova aveva detto che nell’abitazione c’era un piccolo arnese per tagliare le foglie di marijuana, un trinciaerba, e dell’hascish. Quando la donna venne convocata dai militari nel febbraio del 2019, rigettò decisamente le accuse ribadendo che quelle cose le aveva comprate l’ex marito e si sottopose nel giro di pochi giorni ad un esame del capello per verificare la presenza di sostanze stupefacenti, che diede esito negativo.
Per questo ora l’uomo A.P., si trova imputato davanti al tribunale di Cuneo con l’accusa di simulazione di reato e diffamazione, querelato proprio dalla ex moglie che lui aveva segnalato alle forze dell’ordine. “Erano cose contenute in una scatolina che lui aveva lasciato a casa ed io mi limitavo a spostare per spolverare. Non ho mai preso una multa e sono sempre stata una gran lavoratrice – ha detto la donna al giudice -; lui mi ha diffamata come genitore”.
La memoria difensiva depositata per il giudizio di divorzio è quindi diventata corpo del reato in questo giudizio penale; in essa l’uomo affermava che la ex moglie non era adeguata a crescere i figli perché abusava di sostanze stupefacenti e alcol. Dopo la deposizione della donna costituita parte civile nel processo, l’udienza è stata rinviata al 16 luglio per ascoltare i testi di accusa e difesa.