Dogliani – Era atteso questa mattina in tribunale a Cuneo, e puntuale si è presentato il leader della Lega Matteo Salvini per deporre in aula nella causa per diffamazione che lo vede parte offesa contro l’ingegner Carlo De Benedetti che nel maggio 2018 nell’ambito del “Festival della tv e dei nuovi media” a Dogliani, intervistato da Lilli Gruber, lo definì “il peggio, xenofobo, antisemita e antieuropeo, uno che festeggia Orban ed è finanziato da Putin”. “Venni a conoscenza di quelle frasi – ha detto in aula il senatore – da organi di stampa, giornali, siti on line. Fra tutte le opinioni di carattere politico mi colpì essere definito antisemita, che considero un’infamia pesante. È discutibile definirmi il peggio, antieuropeo, ma antisemita no, è inaccettabile”. Salvini ha ricordato l’impegno personale e del suo partito a favore dello Stato di Israele, i viaggi ufficiali come ministro, gli incontri con l’allora premier Netanyahu, le manifestazioni di sostegno alla comunità ebraica in Italia, la partecipazione a convegni con studiosi internazionali sul riconoscimento di Israele come Stato. “È un vulnus, un’etichetta, che proprio nel momento in cui nasceva il nuovo governo dopo le elezioni del marzo 2018, poteva spaventare e allontanare i nostri sostenitori; una definizione da un uomo influente e di cultura nel panorama italiano che pesò in quel momento”. Avuta notizia di quelle affermazioni, Salvini annunciò sui social l’intenzione di querelare De Benedetti: “Un post – ha ricordato Daniele Bertana dello staff comunicazione del senatore – che ebbe dalle 300 alle 500 condivisioni e migliaia di like. Ricevemmo molte segnalazioni dai nostri sostenitori dopo quelle affermazioni, sia direttamente per telefono o con messaggi, sia attraverso il nostro sito”. Ed è proprio questo dato sul numero di segnalazioni da parte dei sostenitori, che la parte civile costituita in giudizio ha annunciato di voler produrre entro la prossima udienza fissata per il 18 ottobre. La difesa ha invece presentato una dichiarazione scritta dell’ingegner De Benedetti, corredata da una memoria con numerosi articoli di giornale: “Tutte le affermazioni di De Benedetti in occasione dell’intervista rilasciata alla giornalista Lilli Gruber – hanno dichiarato gli avvocati Marco Ivaldi ed Elisabetta Rubino – erano riconducibili a un contesto di discussione su temi di attualità politica. Le opinioni critiche espresse riguardavano infatti la portata e i riflessi dell’azioni politica del senatore Salvini e della Lega nel contesto europeo. L’ingegner De Benedetti sottolinea come tutte le opinioni espresse in tale occasione fossero ampiamente documentate e supportate da un’attività di approfondimento su ognuno degli argomenti trattati e come il suo dissenso avverso le idee e l’operato politico della Lega all’epoca costituisca lecito esercizio del diritto di critica politica, in alcun modo censurabile in uno stato di diritto”.