Cuneo – Si è fermato all’udienza preliminare il procedimento a carico dei dodici dipendenti della cooperativa “Per mano Onlus” accusati di maltrattamenti nei confronti di 19 ospiti della struttura che, con il suo nucleo residenziale e il centro diurno, si occupa di persone con problemi di autismo. Tra i dodici della cooperativa c’erano la coordinatrice, la direttrice della struttura, un educatore, una psicologa, quattro infermieri, uno studente di Scienze infermieristiche e tre operatori sociosanitari; tutti accusati di maltrattamenti per un periodo di tempo che va dal 2014 all’aprile 2019. L’indagine svolta dalla Guardia di Finanza era partita nell’ottobre 2018 e si era conclusa nell’aprile 2019 con gli avvisi di garanzia alle persone indagate. Ingiurie, trattamenti degradanti, lesioni, somministrazioni di farmaci senza la prescrizione medica o con modalità diverse da quanto prescritto, pazienti abbandonati per lungo tempo nella sala cosiddetta “relax room”, privati della necessaria assistenza anche in episodi di autolesionismo: c’era tutto questo nel capo d’imputazione che il giudice dell’udienza preliminare Alberto Boetti avrebbe dovuto esaminare per decidere o meno del rinvio a giudizio, ma le contestazioni erano formulate in maniera generica, senza riferimenti a specifici episodi, una genericità che impediva di fatto agli indagati di capire di quali episodi esattamente erano accusati, quando li avrebbero commessi e a danno di chi. Un capo d’imputazione su cui l’avvocato Paolo Verra ha sollevato l’eccezione di nullità, proprio per la genericità delle accuse, a cui si sono associate anche le altre difese. “Per consentirci un’adeguata difesa – ha commentato l’avvocato Verra – dobbiamo sapere di quale reato siamo imputati, quando, dove e ai danni di chi lo avremmo commesso e tutto questo nel capo d’imputazione manca. Non è neanche chiaro il criterio di individuazione sia degli imputati sia delle persone offese, poiché nel capo d’imputazione non sono coinvolti tutti i dipendenti e non tutti gli ospiti della struttura sono parti offese”. Il fascicolo è stato quindi riconsegnato all’ufficio del pubblico ministero – un’indagine coassegnata a due pubblici ministeri ma seguita in particolare da uno dei due magistrati che ora si è trasferito -, che dovrà ripercorrere tutte le indagini svolte e ricostruire le contestazioni per ricominciare l’iter giudiziario.