Costigliole Saluzzo – Nel corso di un controllo antidroga dei carabinieri, l’auto di M.A.Z. venne fermata la sera del 1° novembre del 2018. All’interno, sotto il sedile del conducente, c’era un marsupio con dentro delle dosi di marijuana già pronte per lo spaccio. Alla domanda dei militari, di chi fosse quella droga, M.A.Z. rispose, in maniera precipitosa, che era sua. Nella sua abitazione i carabinieri però non trovarono nulla, mentre a casa di L.R., uno degli altri tre ragazzi che erano sull’auto quella sera, venne trovata altra marijuana confezionata allo stesso modo, per un totale di 33 dosi. Chiamato a rispondere di quel ritrovamento il ragazzo, che poi ha patteggiato la pena, dichiarò in un primo momento che tutta la droga era sua, tirando poi però in ballo l’amico dicendo ai carabinieri che quella nel marsupio l’aveva data a M.A.Z., e rimangiandosi anche questa versione, sostenendo infine di aver dimenticato in auto quel marsupio. La marijuana nel marsupio di chi era insomma? Di L.R. che l’aveva dimenticata sotto il sedile dell’auto o di M.A.Z. cui era stata ceduta dall’amico? Per l’accusa quella sostanza stupefacente era di M.A.Z. e ha chiesto una condanna a 8 mesi e 800 euro di multa; per la difesa invece erano state proprio le dichiarazioni di L.R. a scagionare l’amico e quindi ha chiesto l’assoluzione. Richiesta accolta dalla giudice che ha assolto M.A.Z. per non aver commesso il fatto.