Fossano – Aveva stretto le mani intorno al collo della sorella e aveva minacciato di morte sia lei sia la madre. A. S., giovane di origini marocchine residente a Fossano con la madre la sorella e un fratello, da quando i genitori avevano divorziato e il padre era tornato in Marocco, aveva assunto nel corso degli ultimi anni atteggiamenti aggressivi e violenti nei confronti dei familiari. “Cercava pretesti per litigare e dava in escandescenze per qualsiasi cosa”, aveva detto il fratello in aula, chiamato a testimoniare nel procedimento a carico del fratello per lesioni e minacce nei confronti della madre e della sorella avvenute nell’aprile 2019. “È violento, aggressivo e non mi riconosce come madre. Ho provato a portarlo da uno psicologo e al Sert a causa della sua dipendenza da droga, ma lui rifiuta ogni mio aiuto, ma è malato e ha bisogno di essere curato”, aveva detto la madre dell’imputato. L’8 aprile, al culmine di una discussione innescata da lui stesso, A. S. mise le mani al collo della sorella e strinse abbastanza da farle quasi mancare il respiro. La madre rientrò precipitosamente a casa allertata dalla figlia e mise fuori casa il ragazzo che ruppe a calci e pugni un muretto di cinta. La difesa aveva chiesto una perizia psichiatrica e la giudice si era riservata la decisione dopo aver chiesto di verificare la disponibilità del giovane sottoporsi ad esame medico. Nel corso dell’udienza di oggi (lunedì 7 giugno), l’avvocato ha riferito di non essere neanche riuscito a mettersi in contatto con il proprio assistito e quindi al termine dell’istruttoria, a fronte di una richiesta di condanna a otto mesi di reclusione avanzata dall’accusa, la giudice ha condannato l’imputato a 10 mesi e 15 giorni di reclusione.