Borgo San Dalmazzo – La terza edizione del Premio “Gianfranco Bianco” (promossa dal Comune di Borgo in collaborazione con l’Unione Montana Valle Stura e l’associazione Nomen Cultura) ha visto protagonisti quest’anno gli alunni delle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado impegnati nel concorso “Giornalista Junior 2021”. Agli studenti borgarini è stato chiesto di sviluppare un elaborato sulla seguente traccia: “Sulle orme del noto giornalista Gianfranco Bianco amante dei luoghi storici e culturali della sua città anch’io mi soffermo a descrivere un angolo della città di Borgo San Dalmazzo a cui sono legato e che suscita in me particolari emozioni”.
Dagli elaborati emerge un quadro fresco e spontaneo di Borgo, tra aneddoti, ricordi personali, racconti di famiglia, dove accanto ai luoghi più frequentati e conosciuti compaiono angoli nascosti, scorci inattesi e paesaggi da (ri)scoprire.
Vincitrice assoluta è risultata Lisa Giordano (classe 2ªC), al secondo posto Letizia Marsengo, al terzo Melissa Piacenza (entrambe della 2ªB). La giuria ha anche assegnato tre menzioni a Nicole Landra (2ªD) e ai lavori di gruppo della 2ªA (Margherita Ghibaudo, Lisa Bernardi e Lisa Chiaramello) e della 2ªE (Evelyn Di Salvo, Aja El Baharaoui, Matteo Messa e Matteo Petrisor).
Di seguito i testi classificati al secondo e terzo posto (qui il collegamento all’elaborato risultato vincitore)
Cara Borgo San Dalmazzo, di te io conosco poco, più che altro sei amica di mio padre, il quale prova per te amore e tristezza. Un angolo di te mi ha segnata particolarmente, una via strana per alcuni e paurosa per altri, però, nel suo piccolo, mi fa sentire come nel paese delle meraviglie. Quando attraverso il vicolo Lerotto, faccio un tuffo nei ricordi; a causa dei mattoni rossi e marroni mi sembra di essere in una città storica. Ricordo quando stringevo la mano calda di mia nonna che dall’altra mano si appoggiava a un bastone per non cadere. Anche lei sembrava amare questo passaggio stretto e corto, pareva che i suoi riccioli d’oro brillassero di più non appena ci metteva piede. Il suono dei passi e del canale simulano il dolce ticchettio della pioggia. Le gocce puliscono il mese d’Aprile un mese scherzoso e divertente ma all’arrivo di Maggio inizia l’agonia degli scrutini. La pioggia immaginaria ti sciacqua via ogni brutto pensiero e ti lascia in uno stato di tranquillità estrema. Per oltrepassare il canale c’è un ponticello rosso che ti lascia solo intravedere cosa c’è dopo il tunnel dove passa l’acqua. Il buio ti lascia curioso. Da piccola mi piaceva saltare e ballare su questo ponticello, andavo a ritmo basandomi sui battiti del mio cuore. Oltre a questo ci sono degli edifici moderni o in fase di costruzione e verso la fine, una casa che mi colpisce in particolare. Questa casa, fin da quando ero piccolina, mi pareva magica a causa di statuine a forma di folletto e animali fantastici. Per 5 o 10 minuti, rimango a fissarli, mi immagino delle storie nella mia testa, mi pongo delle domande e mi vengono dubbi su eventuali leggende. Il cuore batte velocemente, passo dopo passo, mattone dopo mattone i piedi si spostano e gli occhi ruotano verso l’ultima tappa. Il tratto finisce con un muretto di mattoni uguali a quelli del sentiero. Il mio pezzo preferito è il ponticello, dove starei seduta a leggere un libro per ore, purtroppo però non è possibile perchè è un passaggio. Tutto quello che mi trasmette Vicolo Lerotto ho provato a descriverlo in parole. Grazie Borgo. S. Dalmazzo che conservi questo tesoro.
Letizia Marsengo
Un angolo della mia città, Borgo San Dalmazzo, a cui sono molto legata è la Bertello. La Bertello era un’azienda, nata nel 1911. All’inizio era una tipografia, ma in seguito si specializzò nel settore dell’archiviazione industriale. Durante le guerre passò da impresa locale a impresa di livello nazionale.
La nostra Bertello è un imponente edificio bianco con finestre azzurre e un’alta torre. Essa è situata tra Via Vittorio Veneto e Via Boves. Attualmente viene utilizzata dal mio comune come sede di numerosi eventi, come la “Fiera Fredda” e “Un Borgo di Cioccolato”, e di numerose altre attività: vi è una biblioteca, un Auditorium, una palestra di arrampicata, un edificio turistico, …
Sono da sempre stata legata alla Bertello, che è diventata la casa di moltissimi miei ricordi. Quando vi entro, essi mi travolgono: mi torna in mente quando mi ci recavo per festeggiare il compleanno di qualche amico; mi ricordo tutti i pomeriggi passati nella palestra di arrampicata benché non fossi bravissima. Mi torna in mente l’ansia prima dei concerti nell’Auditorium, dove cantavamo le canzoni studiate durante l’anno scolastico, e il caos durante la “Fiera Fredda”.
Ma la parte che preferisco in assoluto è la biblioteca civica a “Anna Frank” che ha sede alla Bertello già dal 2006. Mi ci reco ancora oggi ogni due settimane per prendere in prestito libri di ogni genere. La lettura è, da sempre, stata la mia passione, il mio rifugio sicuro: ho passato così tanto tempo tra mondi fantastici e spaventosi intrighi!
Per arrivare alla biblioteca bisogna attraversare un lungo corridoio dove sono esposte le foto della Bertello nei suoi anni migliori e macchinari che venivano utilizzati. Quando vedo questi “reperti” immagino come sarebbe svegliarsi e sapere di lavorare in un’azienda così importante per l’Italia. Penso a come dovrebbe essere entrare dall’immenso ingresso sul davanti dell’edificio e sentire, come prima cosa, il gran frastuono prodotto dai macchinari e l’odore della carta stampata. Immagino come sarebbe dirigersi verso la torre per testare nuovi macchinari passando in mezzo ad un via vai di persone, come sarebbe passare le dita sulla carta e sentirne la consistenza.
Immagino come sarebbe, ormai vecchia, raccontare ai miei nipotini la gloria della Bertello. E questo mi mette piuttosto in soggezione, pensare che un edificio con così tanta storia porti con sé un pezzetto anche della mia.
Melissa Piacenza