Limone Piemonte – Prosegue a Cuneo il troncone del processo del Tenda bis relativo ai reati di furto e reati ambientali concernenti la conservazione non autorizzata di materiale esplosivo e allo smaltimento di inerti. È solo una parte del processo che per i reati di falso ideologico e truffa è invece stato rinviato al tribunale di Torino per competenza. A. F., G. A., A. P., N. D. R. e L. M. sono i dipendenti della Grandi Lavori Fincosit che si era aggiudicata i lavori del raddoppio del tunnel, ora imputati davanti al tribunale di Cuneo. L’indagine della Guardia di Finanza aveva preso avvio nel 2016 da un’informazione secondo la quale al cantiere venivano prelevati e rivenduti materiali da costruzione. Le indagini avevano rivelato che dal cantiere sarebbero stati prelevati e rivendute circa 212 tonnellate di ferro per un importo stimato di 23.000 euro sui percorsi dei camion tracciati, ma che potrebbe essere anche più consistente. Dopo i testimoni dell’accusa è stata la volta delle difese, a partire dai testimoni del direttore tecnico del cantiere, la cui tesi è che quel materiale prelevato erano in realtà degli scarti di lavorazione: “Facevamo lavori di movimentazione terra e rientrò nel contratto anche lo smaltimento di alcuni materiali ferrosi situati all’esterno del tunnel – ha riferito il direttore tecnico di una delle ditte incaricate -. Due volte abbiamo eseguito questo smaltimento”. Chiamato a testimoniare anche l’ingegnere responsabile del servizio di protezione e prevenzione del cantiere che aggiornava il registro di carico e scarico dei rifiuti: “Trascrivevamo i formulari di smaltimento che la ditta ci forniva. Facevamo sopralluogo ma all’esterno del tunnel e ci occupavamo soprattutto di individuare le necessità dal punto di vista delle autorizzazioni per il cantiere”. Il processo proseguirà il 25 giugno.