Cuneo – La tanto attesa e auspicata uscita dall’emergenza sanitaria significherà anche la possibilità di tornare a viaggiare e la ripartenza del turismo, uno dei settori economici certamente più colpiti dagli effetti della pandemia. Uno dei settori che negli ultimi anni è cresciuto maggiormente in ambito turistico è sicuramento quello dell’enoturismo, diventato a pieno una risorsa preziosa per l’Italia e che si candida ad essere anche un importante volano per la ripresa anche a livello economico nei prossimi mesi.
Il “turismo del vino” in questi mesi ha dovuto ovviamente fare i conti, pesantemente, con la situazione legata alla pandemia e alle limitazioni agli spostamenti, e ha potuto operare quasi esclusivamente con il turismo di prossimità quando è stato possibile. I tanti appassionati italiani e stranieri che ogni anno scelgono l’Italia e in numero sempre maggiore anche la provincia di Cuneo, con la Langhe come punto di partenza per abbinare la degustazione del vino alla scoperta di un territorio più ampio, sono stati costretti a rinviare viaggi e appuntamenti (è di questi giorni la notizia della cancellazione anche dell’edizione 2021 del salone internazionale Vinitaly), ma le tante realtà che operano nel settore non sono rimaste ferme e sono pronte a riorgarnizzarsi per ripartire.
I numeri fotografano l’incidenza dell’enoturismo all’interno di un settore, quello del turismo, da solo vale il 13% del Pil dell’Italia. Gli enoturisti che in epoca pre-pandemia sceglievano l’Italia avevano raggiunto la ragguardevole quota di 3 milioni di persone, capaci di incidere per il 27% del fatturato delle cantine, e addirittura per il 36% nelle altre attività della filiera turistica territoriale. L’enoturista cerca un’esperienza nel mondo del vino, privilegia la qualità, ma al contempo vive e si immerge nelle proposte del territorio in ambito culturale, gastronomico e naturalistico. Il prodotto tipico diventa quindi l’occasione per conoscere e valorizzare un territorio e favorirne lo sviluppo.