Cuneo – Avrebbero dovuto scendere in campo al fianco dei medici di Medicina Generale nella fase saliente della lotta al Coronavirus, quella della vaccinazione, non solo occupandosi dello stoccaggio e della distribuzione su prenotazione delle dosi di vaccino ai medici di famiglia, ma anche somministrando in prima persona l’antidoto nei propri esercizi. Questo, almeno, stando all’accordo che già il 19 gennaio scorso era stato siglato tra Regione, Federfarma Piemonte (l’unione sindacale dei titolari di farmacie piemontesi) e Assofarm (la federazione che rappresenta a livello istituzionale e sindacale le farmacie comunali).
Invece, nonostante abbiano anche frequentato gli appositi corsi abilitanti dell’Istituto Superiore di Sanità, i farmacisti piemontesi per il momento restano al palo. Si è conclusa, infatti, con un nulla di fatto anche la riunione svoltasi nel pomeriggio di mercoledì 26 maggio a Torino, tra i funzionari regionali e i rappresentanti di Federfarma e Assofarm, alla presenza del presidente Alberto Cirio.
“Stiamo lavorando per rendere le vaccinazioni in farmacia possibili – spiega il dr. Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte -, ma per il momento non vi è ancora nulla di definito: non si sa quando si partirà, né con quali modalità, né quali saranno i vaccini somministrati. Si dovrebbe giungere ad una risoluzione conclusiva presumibilmente nella prima settimana di giugno”.
E mentre i medici di famiglia arrancano perché le dosi di vaccino mancano o sono in ritardo, anche quella che doveva essere una carta vincente per assestare un colpo fatale al Covid, in virtù della sua prossimità ai cittadini, non può essere cala sul tavolo da gioco nella partita sfiancante contro il virus.