Mondovì – Con la sua foto aveva aperto su Facebook due profili, uno con il suo nome vero e uno con il nome falso di Andrea, ed è con questo profilo che a inizio agosto 2019 chiese l’amicizia a una diciottenne che si era appena trasferita in città con la famiglia. Dopo l’amicizia sui social, il giorno dopo venne la richiesta di un vero appuntamento in un parco cittadino e da qui in poi l’incubo raccontato dalla giovane nella sua denuncia ai Carabinieri: l’uomo, un 38enne albanese residente a Bastia Mondovì e ora imputato al tribunale di Cuneo con l’accusa di violenza sessuale, l’avrebbe portata in un luogo appartato del parco e avrebbe abusato di lei. Dopo la denuncia della ragazza, gli inquirenti sono risaliti alla vera identità dell’uomo che proprio su Facebook aveva un altro profilo vero oltre a quello falso. Dalle telecamere stradali è stata individuata la sua auto ferma al semaforo di corso Italia in un orario compatibile con l’allontanamento dal parco Europa. Sul suo cellulare i Carabinieri hanno trovato le credenziali del profilo Facebook con cui era stata conosciuta la ragazza, la quale ha anche consegnato agli inquirenti le immagini delle conversazioni avute con “Andrea”. Al centro specializzato di Orbassano, una biologa esperta di genetica forense ha eseguito le analisi sugli indumenti della ragazza, riscontrando sul colletto della camicetta del Dna che era troppo scarso per poter fornire un’indicazione, ma che non corrispondeva a quello del fratello e del padre della giovane. Il 23 giugno il processo proseguirà con l’ascolto dei testimoni di difesa.
