Cuneo – Il pubblico a fare il lavoro di quantità e il privato a fare quello che rende. L’accusa del sindacato Anaao Assomed cerca ancora una volta di difendere il lavoro sanitario del pubblico in questo momento in cui da una parte c’è la corsa alle vaccinazioni ma dall’altra c’è il problema del personale e dopo che il Dirmei e l’assessorato alla sanità regionale hanno aperto a un deciso ritorno della normalità negli ospedali ma senza fondi e senza personale in più il problema si ripresenta in maniera ancora più evidente.
In sostanza si chiede a medici e infermieri della sanità pubblica di curare i malati Covid, di smaltire le liste d’attesa e di vaccinare. Riprendere dunque con visite, interventi e diagnostica non urgenti per abbattere le liste di attesa ormai diventate chilometrica.
“Riprendere – dice la segreteria regionale di Anaao Assomed – significa poter garantire la continuità assistenziale a pazienti cronici, in carico ai servizi ospedalieri oramai da anni. Ma non possiamo fare tutto con la grave carenza di personale, che da tempo denunciamo. Con la riapertura delle attività ordinarie, vaccinare signifca inevitabilmente rallentare lo smaltimento delle liste d’attesa e non sappiamo quale strategia ha l’assessorato in vista del periodo estivo, dell’aumento della disponibilità di vaccini e della ripresa delle attività non urgenti in ospedale. Il coinvolgimento dei medici extra orario di lavoro si concluderà a breve, perché i fondi previsti sono pochi e si esauriranno presto”.
E sulla questione si inserisce un altro punto delicato che il sindacato medico anticipa, cioè ancora una volta la preferenza del privato sul pubblico.
“Sembra – continuano all’Anaao – che si possa decidere di affidare al privato accreditato lo smaltimento delle liste d’attesa, che è indubbiamente per il privato attività più remunerativa che contribuire alla campagna vaccinale. Ma è assurdo: si toglie il paziente da un percorso assistenziale, da un servizio che era integrato in altri servizi, da medici che conoscevano il paziente da tempo. E lo si affida ad una struttura che eroga prestazioni. E che cercherà di fidelizzare il cliente, e per le strutture private si rischia di essere più clienti che pazienti. È indispensabile affrontare i prossimi mesi in modo concreto ed efficiente: prevedere per la campagna vaccinale nuove assunzioni, il coinvolgimento degli specializzandi, dei pensionati, dei neolaureati e del privato. E chiedere ai medici ospedalieri di occuparsi delle visite specialistiche, che poi è il nostro lavoro”.