Molte cose sono cambiate in questi ultimi dieci anni (2010-2020) nell’Unione Europea: siamo usciti da una grave crisi economica e finanziaria per passare a quella sanitaria del Covid 19 e siamo passati da l’UE a 28 a quella dei 27, con la secessione britannica. L’economia è finita sulle montagne russe e ancora oggi la ripresa stenta in una piatta pianura. Ma nel frattempo qualcosa si è mosso e non sono state tutte brutte notizie. Per esempio a proposito i costi delle nostre fitte conversazioni telefoniche, con una caduta importante delle tariffe grazie a una concorrenza crescente tra operatori.
L’Italia ha registrato una riduzione delle tariffe di un terzo (-32,9%), poco meno la Francia (-29,1%) a fronte di una media europea di – 18%, sotto la quale si posiziona la Germania (-14,8%) e la Spagna (- 13,5%).
È invece costata cara al Regno Unito la sua uscita dall’Unione Europea, con un’impennata delle tariffe telefoniche di + 29,6%. Difficile che il balzo sia dovuto a un allargamento della Manica e a una maggiore distanza dell’isola dal continente, visto che a tenerci comunque vicini sono i satelliti in spazi lontani. Intanto siamo riconoscenti all’UE se in tempi di confinamento abbiamo potuto intensificare le nostre comunicazioni, almeno con gli inseparabili cellulari.