Torino – Si è conclusa nei giorni scorsi l’indagine conoscitiva che l’Ordine dei Medici di Torino ha effettuato sul personale sanitario che ha ricevuto il vaccino anti Covid, volta a meglio comprendere il grado di copertura garantito dall’immunizzazione. In particolare, lo studio intendeva capire se le persone vaccinate possono comunque essere infettate, trasmettere a loro volta il virus e se sono protette dallo sviluppo della malattia, malgrado la diffusione delle varianti.
All’iniziativa, svoltasi tra il 29 marzo ed il 2 maggio e curata dal dottor Mario Nejrotti e dal dottor Gabriele Gallon, hanno aderito 11.910 sanitari di tutte le professioni: 4.600 medici e odontoiatri, oltre 2.500 infermieri, quasi 1.500 psicologi, quasi 700 veterinari, oltre 500 farmacisti, circa 400 fisioterapisti, 350 educatori professionali, quasi 1.300 figure di tutte le altre professioni sanitarie.
Gli iscritti all’indagine hanno compilato un questionario online in forma anonima, nel quale veniva loro domandato se dopo il completamento del ciclo vaccinale anti Covid fossero risultati positivi e, nel caso, dopo quanto tempo dall’immunizzazione.
Dallo studio è emerso che appena l’1,41% di tutti i partecipanti (la stragrande maggioranza ha ricevuto Pfizer) ha contratto il Sars-CoV-2 dopo la vaccinazion: 168 su 11.910. La percentuale scende all’1,18% (54 su 4.575) se si considerano solo medici e odontoiatri. Dati che confermano l’efficacia dei vaccini nel fermare la malattia, anche in una categoria come quella dei sanitari, più esposta di altre al rischio di contagio.
L’obiettivo dell’iniziativa era però conoscere soprattutto in che misura il vaccino, oltre a proteggere i singoli individui dallo sviluppo del Covid-19, sia in grado di limitare la circolazione del virus. Fra i partecipanti al questionario, 5.823 sono stati sottoposti a tampone dopo la vaccinazione, dalla fine di gennaio all’inizio di maggio: i positivi sono stati 179, il 3,07% del totale. E dunque, in un periodo di osservazione che si estende su circa tre mesi, il 96,93% dei soggetti sottoposti a tampone dopo la vaccinazione non ospitava il virus nelle prime vie aeree, non risultando così potenziale veicolo di contagio per il prossimo. Il dato è ancora inferiore per medici e odontoiatri, con il 2,25% dei positivi al tampone e quindi il 97,75% di negativi.
“Alla luce di questi dati, che si accordano con i risultati di altre ricerche analoghe fatte anche in campo internazionale, – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto – si può dunque ragionare in modo efficace per un allentamento delle restrizioni, almeno per tutte le persone che hanno ricevuto il vaccino”.