Lisio – Era accusato di aver truffato due anziani presentandosi come avvocato esperto di aste giudiziarie, in grado di aiutarli a bloccare la procedura di vendita giudiziaria del terreno su cui sorgeva il loro albergo-ristorante e per il quale avevano ricevuto a suo tempo un finanziamento di 400 milioni di lire dalla Regione. Su questa premessa, la coppia avrebbe pagato per due anni al presunto avvocato circa 80.000 euro tra bonifici e prelievi sui quali era indicata la causale. I fatti in questione risalgono al 2012 e l’imputato del reato di truffa era un 66enne torinese residente a Frabosa. Anche il geometra che aveva presentato G. S. alla coppia aveva confermato in aula che l’uomo si era presentato come avvocato che si appoggiava a due studi torinesi. Circostanza negata dall’imputato il quale ha ribadito davanti al giudice che aveva semplicemente dichiarato di essere esperto di esecuzioni immobiliari perché per molto tempo aveva lavorato da un notaio. Per questo suo impegno l’uomo ha riconosciuto di aver ricevuto circa 30.000 euro in parte versati agli avvocati che per suo conto stavano trattando materialmente la vicenda. Al termine dell’istruttoria l’accusa aveva chiesto per l’imputato una condanna a due anni e due mesi di reclusione con una multa di mille euro, dal momento che “l’imputato aveva ammesso in aula solo quello che non poteva negare perché verificabile tramite i pagamenti bancari, approfittando della fragilità dei due imprenditori”. La difesa ha chiesto invece l’assoluzione quantomeno con formula dubitativa proprio a causa della mancanza della prova documentale dell’inganno e delle illecite dazioni. Al di là delle ragioni addotte dalle due parti, il giudice ha però prosciolto l’imputato per intervenuta prescrizione del reato risalente ormai a dieci anni fa.