Cuneo – La Medicina Nucleare dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo ha messo a punto una nuova metodica per la diagnosi precoce delle recidive nei tumori alla prostata. Il nosocomio cuneese è ad oggi uno dei pochissimi centri in Italia e l’unico in Piemonte in condizione di ricorrere ad una diagnostica rivoluzionaria, per identificare precocemente la malattia anche in presenza di lesioni molto piccole e con valori di Psa molto bassi.
“La Medicina Nucleare del Santa Croce – spiega il direttore della struttura Alberto Papaleo – è stato il primo centro piemontese ad utilizzare la tomografia ad emissione di positroni ed è il primo centro in Regione a vantare la disponibilità di un proprio ciclotrone per la produzione di radio farmaci. Con l’impegno di radiofarmacista, biologa e del responsabile del ciclotrone si è riusciti a produrre il radiofarmaco F18 psma 1007, il cui uso clinico è stato autorizzato dalla Commissione della Farmacopea Europea a metà dicembre 2020. Il 7 maggio è iniziata l’attività routinariasui primi 6 pazienti e altri sono già in lista d’attesa”:
Il cancro alla prostata è una delle più comuni malattie tumorali diagnosticate e rappresenta la seconda causa per morte di cancro nel genere maschile in tutto il mondo occidentale. In particolare sono circa 36 mila i nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia, dei quali circa 3 mila solo in Piemonte. Inoltre circa 6 mila pazienti ogni anno sono sottoposti ad intervento chirurgico (800 in Piemonte) ed altrettanti ricevono un trattamento radioterapico. Nell’80% dei casi si osserva una remissione completa della malattia; tuttavia dopo un periodo variabile dalla remissione completa, anche della durata di anni, nel circa il 30-40% dei casi si assiste a un nuovo aumento dei valori di Psas, cioè a una recidiva, la ripresa della malattia. E qui entra in gioco la diagnostica: “Nella maggior parte dei casi – dice il dottor Papaleo – la recidiva ha ancora un volume molto piccolo, che sfugge alle metodiche di diagnostica convenzionale comunemente utilizzate, come la Tac, la scintigrafia ossea o la risonanza magnetica che mostrano tutti i loro limiti”. La PET/TC con PSMA (antigene di membrana specifico della prostata) invece, combina i vantaggi della TAC nell’individuare con precisione la sede della malattia con quelli della tomografia ad emissione di positroni (PET), che è invece in grado di localizzare tumori anche molto piccoli attraverso l’identificazione di particolari proteine da loro prodotte.
Un plauso alla messa a punto di questa nuova metodica è arrivato anche dall’ex ministro della Salute, Ferruccio Fazio.