Roma – “La festa del lavoro è un’occasione che afferma la fiducia nel futuro. La fiducia di chi è impegnato a costruire, di chi si mette in gioco per conquistare nuovi traguardi. Non quella di chi attende, inerte, il compiersi di un destino. La festa del lavoro è festa della democrazia, perché il lavoro è fondamento della Repubblica. La Repubblica non potrebbe vivere senza il lavoro. Senza lavoro buono e dignitoso per tutti non ci sarà neppure la ripresa che vogliamo. Sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza, perché è la condizione, e il motore, della ripartenza, della ricostruzione, della rinascita. Per questo scambiarsi oggi l’augurio di buon Primo maggio vale molto più di una pur significativa consuetudine. Ribadisce un legame di comunità, quel patto di cittadinanza, che ci fa sentire al tempo stesso responsabili e solidali, e ci impegna a consegnare alle più giovani generazioni il testimone dei diritti conquistati e di opportunità che si rinnovano”.
Così ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della celebrazione della Festa del Lavoro al Quirinale con un appello a superare insieme questo periodo difficile per il Paese.
“Stiamo attraversando un passaggio stretto e difficile – ha continuato il Capo dello Stato -. Per questa ragione la festa di oggi reca con sé un appello all’unità ancora più forte. All’augurio che rivolgo alle lavoratrici e ai lavoratori italiani sento di unire un augurio ancora più intenso a chi ha perduto il lavoro in questi mesi a causa della frenata di molte attività economiche, a chi si trova ad affrontare crisi e ristrutturazioni aziendali, a chi è costretto, magari da tempi ancor più lunghi, a impieghi precari e mal pagati, a tutte le persone e le famiglie che vivono in condizioni di povertà. La battaglia per il lavoro è una priorità che deve unire gli sforzi di tutti: lavoratori e imprenditori, istituzioni e forze sociali, mondo delle professioni, della ricerca, della cultura. È questa l’ambizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza… L’equità fra territori, l’equità tra le persone e le famiglie, la evoluzione sociale, si reggono su una dinamica essenziale: la garanzia dell’opportunità di accesso al lavoro. Il sogno di ciascuno di poter progettare il proprio futuro, di progredire, di scegliere la propria condizione di vita, passa attraverso l’esercizio di questo diritto… Se il lavoro cresce, cresce la coesione della nostra società, diventano concreti i diritti… Il lavoro è crescita di dignità e può crescere solo nella dignità. È una esperienza che possiamo ricavare anche dagli sviluppi emersi nel cosiddetto mercato del lavoro in questi mesi”.
Mattarella fa poi un esplicito riferimento all’Europa: “L’Unione Europa ha saputo predisporre risorse ingenti per affrontare le emergenze, per contenere la caduta dei redditi nei settori sociali maggiormente penalizzati, per progettare una nuova fase di sviluppo. Concreta espressione, questa volta, di quel modello sociale europeo spesso evocato. Piuttosto che essere percepita come vincolo esterno, sia pur liberamente assunto, che limita scelte e politiche economiche, l’Unione esprimerà la sua autentica vocazione di veicolo importante di innovazione e di sviluppo sociale se saprà portare avanti e rendere sistemici gli strumenti delle decisioni emergenziali assunte sulla spinta della crisi sanitaria. Siamo orgogliosi di aver contribuito a questa svolta della strategia dell’Unione Europea e ne sosteniamo le Istituzioni: queste sono baluardo insostituibile di democrazia e di libertà ed è inaccettabile ogni attacco dall’esterno che pretenda di indebolirle”.
E conclude. “Buon Primo maggio all’Italia del lavoro.
Buon Primo maggio all’Italia che riparte”.