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Venerdì 22 novembre 2024

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1° maggio: provincia solida ma meno occupati e redditi bassi

I sindacati uniti in una conferenza stampa alla vigilia della festa davanti al monumento della Resistenza

La Guida - 1° maggio: provincia solida ma meno occupati e redditi bassi

Cuneo – La provincia è solida con una disoccupazione ferma al 4,6%, la più bassa del Nord Ovest, ma sono diminuite le persone occupate e si è ridotto il reddito di tanti lavoratori con donne e giovani restano i più colpiti delle conseguenze della pandemia, con la diseguaglianza che è cresciuta ancora.
Cgil, Cisl e Uil provinciali si sono dati appuntamento venerdì 30 aprile, alla vigilia della Festa del Lavoro, per na conferenza stampa insolita davanti al monumento alla Resistenza di Cuneo (scelto non a caso come segno della Liberazione e della ripartenza) per riportare all’attenzione di tutti il mondo del lavoro soprattutto in questo momento decisivo per la ripartenza nel post-pandemia del Recovery Plan. Un momento in cui il lavoro deve essere messo al centro.
“Serve una rivoluzione delle priorità. Vogliamo tornare alla situazione di normalità su scuola e tempo libero, ma per il lavoro e ’economia servono riforme profonde per fisco, welfare, digitalizzazione, emergenza climatica, formazione. Il rischio è di far crescrere ancora di più le diseguaglianze che sono accresciute con la pandemia” – così ha detto in apertura Davide Masera della Cgil.
Concetto ribadito anche dagli altri due segretari provinciali. Enrico Solavaggione della Cisl ha proprio insistito sulla centralità del Piano nazionale per la ripartenza e resilienza appena approvato dal Parlamento: “Il Recovery Plan è un’occasione fondamentale anche per il cuneese mettendo al centro la lotta alla diseguaglianza ed è urgente la necessità di un concreto coinvolgimento del sindacato per l’applicazione del piano in oggetto”.
“Vogliamo e lottiamo per un lavoro sicuro – ha chiuso gli interventi Armando Dagna della Uil -. Senza i lavoratori della sanità e dei servizi che in questi mesi di Covid sono stati in prima linea il Paese non sarebbe andato avanti. Dobbiamo ripartire dal lavoro”.

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