Cuneo – La filiera corta promossa dalla Coldiretti ha tra le sue finalità quella di ridurre i passaggi tra chi vende e chi produce i prodotti agricolo in un processo che consente di riconoscere più valore all’agricoltore, contrasta l’abbandono delle campagne, la desertificazione e la cementificazione e sviluppa il turismo rurale e consente inoltre di ridurre gli imballaggi, immette meno anidride carbonica nell’aria e tutelando biodiversità e paesaggio. Con la filiera corta, inoltre, i consumatori hanno la garanzia di acquistare prodotti freschi, entrare in contatto diretto con i produttori e acquistare seguendo la stagionalità delle produzioni.
Secondo uno studio Ispra sullo spreco alimentare, fare la spesa a chilometri zero in filiere corte con l’acquisto di prodotti locali taglia inoltre del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. Lo spreco alimentare scende dal 40-60% dei sistemi alimentari di grande distribuzione alimentare ad appena il 15-25% per gli acquisti diretti dal produttore agricolo. Chi si approvvigiona tramite reti alimentari dirette spreca meno perché i cibi sono più freschi e durano di più e perché non devono percorrere lunghe distanze con le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio.
La vendita diretta è diventata nel tempo un grande volano di sviluppo per molte aziende agricole. Alcune di queste hanno trovato nuove opportunità nella partecipazione ai mercati a km zero.
La filiera corta rappresenta anche un aspetto etico e sociale rivolto a un modello di agricoltura che punti alla sicurezza alimentare, valorizzando e diffondendo, in Italia ma anche a livello più ampio e globale, l’esempio virtuoso dei mercati contadini e il principio delle filiere corte, per combattere lo spreco di un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo.
In questa direzione va anche il patto siglato negli anni scorsi tra Coldiretti e Fao – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per un’agricoltura sostenibile che favorisca i prodotti locali, l’utilizzo razionale di risorse come l’acqua e la terra e il consumo responsabile del cibo, accendendo i riflettori sul ruolo dell’agricoltura familiare che produce l’80% del cibo a livello mondiale, cura il territorio ed è in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.